Pietro Senaldi ha rivolto un appello al sindaco Beppe Sala dopo che Milano ha vissuto un altro sabato sera di violenza. Cinque ragazzi sono stati accoltellati in cinque episodi diversi: “È un chiaro segnale di una città che è diventata totalmente insicura - ha commentato il condirettore di Libero - vogliamo ricordare al sindaco che più di cinque anni fa ha ereditato una città che era avanguardia e faro italiano”.
Adesso Milano è pericolosa: “I cinque accoltellamenti in una sera si aggiungono alle molestie di Capodanno in piazza Duomo, con le giovani che richiedono la scorta per il sabato sera. Il sindaco ha in testa Milano come città giardino, come un eden, ma in realtà Milano si è impoverita, soprattutto a causa della pandemia. Sala la smetta di pensare alle piste ciclabili e alla sua città giardino e prenda atto di vivere in una città dove la povertà e la disperazione sociale si tocca con caso. Caro sindaco - ha chiosato Senaldi - scenda dalla funivia e venga a Milano”.
È Inter a Cremona, il Milan ospita il Sassuolo: due partite per ripartire dopo le recenti scoppole. La Juve cerca vendetta con il Monza. E Napoli-Roma vale tantissimo…
Mancano poche ore alla finale di Supercoppa tra Milan e Inter. Vi dicono che non è una partita decisiva e importante? Solo balle: ecco perché (e quali sono le conseguenze per chi perde).
di Fabrizio Biasin
CastelDenaro, viaggio nella città-covo del boss Matteo Messina Denaro. A Castelvetrano il capo dei capi ha costruito la sua rete di protezione. In pochi anni il piccolo centro di 35mila abitanti in provincia di Trapani è diventata la "nuova Cina" della Sicilia con uno sviluppo industriale mai visto prima. Ma su quel territorio ci sono storie di chi ha visto la paura da vicino, intimidazioni, bombe e minacce che hanno segnato questi anni con l'ombra incessante del boss che ha tenuto in ostaggio tutto il Paese. Qui riproponiamo il reportage di LiberoTv in cui avevamo visto da vicino il "feudo" di Messina Denaro.
Il tecnico dei bianconeri è riuscito a trasmettere la sua idea di calcio a un gruppo che sembrava “perso”. Il suo gioco potrà non piacere, ma questo è un problema solo per chi non lo ama. Una Juventus a sua immagine, la lezione di Massimiliano Allegri a chi lo attacca.
di Fabrizio Biasin