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Natale, picco di violenze in famiglia: la festa vista dal poliziotto

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Giorgia Petani
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Per molti, la vigilia rappresenta un momento di riposo, ma non è così per tutti. Stiamo parlando degli agenti di Polizia di Stato che, con passione e professionalità, prestano il proprio servizio anche il giorno della vigilia. Si sa, le forze dell’ordine non si fermano mai e, per il bene della comunità, spesso sono costrette a sacrifici e rinunce, come quella di non stare vicini ai propri cari nei giorni natalizi. «Per noi è fondamentale prestare servizio anche il 24 perché abbiamo il dovere di esserci sempre per la cittadinanza», spiega a Libero il Commissario Capo delle volanti, della Polizia di Stato, Filippo Bosi. Soprattutto in quei momenti in cui una persona si sente «un po’ più in difficoltà». D’altronde, se per molti il periodo delle feste è allegro e spensierato, per altri è «un momento di tristezza» perché «le trascorrono in solitudine». Sono tante le chiamate che arrivano per chiedere «un aiuto. C’è una solitudine estremamente sentita», sottolinea. Tra queste, ci sono molte persone anziane «che si trovano molto spesso ad aver perso i propri cari», altri invece «hanno i figli e nipoti che vivono lontano». Milano, inoltre, «ha una forte componente di extracomunitari che vivono per strada e che hanno bisogno di aiuto in questi momenti molto particolari».

Le tavole imbandite, le luci dell’albero, i pacchi sotto l’albero, i tortellini caldi che fumano. Per molti, queste immagini non esistono, anzi «c’è proprio chi ci chiama per discussioni tra familiari. Talvolta il detto “parenti serpenti” non è proprio sbagliato», sottolinea. Per il Commissario, quella di oggi non è la prima vigilia in servizio, «l’anno scorso dovetti uscire per il caso dei giovani scappati dal Beccaria». Il lavoro perla Polizia di Stato «non ci manca» ed è per questo «che è importante garantire il servizio h24, sette giorni su sette». I crimini maggiori riguardano «le piccole rapine da strada e i furti con strappo. Per lo più vengono rubate collane d’oro e cellulari», afferma il Commissario Bosi. La città «non è mai tranquilla; chiaramente, c’è meno gente in giro». In questo periodo, a rivolgersi alle forze dell’ordine sono anche i turisti poiché «spesso non conoscono alcuni aspetti della città e diventano facilmente vittime di furti e rapine da parte di criminali».

Per gli agenti della Polizia di Stato, si tratta dunque di lavoro in più, talvolta ancora più difficile a causa dell’ostacolo linguistico. «Fortunatamente molti colleghi parlano perfettamente l’inglese». Tra i crimini commessi la sera del 24 solitamente c’è anche una forte «componente di situazioni di maltrattamenti in famiglia legate appunto al fatto che spesso durante il Natale molti problemi si acuiscono», afferma. «Ricordo che quando studiavo diritto penale, il professor Mantovani fece uno studio criminologico evidenziando come il periodo delle feste si caratterizza, da un lato, per i suicidi e, dall’altro, per i reati famigliari». Inoltre, «i numerosi brindisi magari non aiutano». Il senso del dovere è dunque fondamentale in questo antico mestiere. «Sono diversi anni che rinuncio al cenone, tanto che ho organizzato con la mia famiglia una sorta di brunch mattutino. È la nostra colazione della vigilia». Il Commissario, infatti, non lavorerà solo il 24 sera, ma anche il 25 e la notte di Capodanno. «O facciamo questa colazione o non ci vediamo più», ammette sorridendo il Commissario Capo delle volanti della Polizia. 

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