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Vasco Rossi, Beppe Sala gli consegna la città: strade chiuse, esplode la rivolta

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Enrico Paoli
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Peccato per il forfait del Boss. I due concerti di Bruce Springsteen (per il recupero si parla del prossimo anno) sarebbero stati una gran bella prova generale. Invece, pronti via. Dal 7 al 20 giugno l’intero quadrante di San Siro, quindi tutto il quartiere, diventa Vasco città, con i residenti costretti ad inventarsi di tutto per tornare a casa la sera, mentre i negozianti dovranno mettere in conto la possibile assenza dei loro dipendenti per ragioni legate alla mobilità. Tradotto, in tanti rischiano di non riuscire ad arrivare a San Siro, bloccati dai fan del Vasco.

Perché il sindaco, Beppe Sala, e con lui la sua giunta, ha letteralmente deciso di consegnare al cantante quel pezzo di città, già sotto stress per gli eventi programmati nell’area dell’ippodromo della Maura. Una sorta di abdicazione temporanea, quella  dell’amministrazione comunale, in nome della musica certo, ma anche di una visione troppo aderente a quella di un fan, per il quale al capitano si deve tutto. E pazienza se qualcuno deve sopportare quel tutto, considerandolo magari davvero troppo. La vera vita spericolata è la loro, citando il Blasco...

 

 

Sia chiaro, il problema non è certo Vasco Rossi, il cantante fa il suo mestiere, ma chi gestisce tutto ciò che sta attorno all’evento. Anzi, agli eventi. Il capitano canta a Milano per la 36esima volta dall’inizio della sua carriera. A San il rocker di Zocca si esibirà il 7, 8, 11, 12, 15, 19 e 20 giugno, mentre aBari sarà l’ultima tappa di un tour che si conclude il 30 giugno. Sette concerti spalmati nell’arco di quindi giorni, durante quali tutto sarà in nome di Vasco. Ma i residenti di un quartiere non sono necessariamente anche i fan dell’artista al quale vengono consegnate le chiavi di tutto. «Il mastodontico piano anti-caos elaborato da mezza giunta», sostiene il consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, diventato il paladino dei residenti di San Siro, «fa già acqua da tutte le parti. Com’era facilmente prevedibile chi è informato di ciò che sta avvenendo in zona Gallaratese ha preso le contromisure andando a penalizzare anche la via Novara, via Tesio e linitrofe. Per rientrare nella propria abitazione è un’odissea, come lo è andare al lavoro o accompagnare i figli a scuola o agli impianti sportivi del circondario. Per non parlare delle linee di superficie deviate senza alcuna comunicazione».

Ma se quella di De Chirico è la voce della politica, l’urlo dei residenti sale decisamente di tono. «Grazie per averci rinchiuso in prigione. Ho dei lavoratori a casa che dovranno sospendere i lavori», per non parlare della «serata a casa, perché i miei amici non potranno arrivare. Grazie per rendere la vita degli abitanti in inferno», tuona su Facebook Caldo Alp, commentando il post del Comune con le disposizioni del traffico. «Per non parlare poi del fatto che tutte le volanti della Polizia locale saranno impegnate nei concerti e quindi la bestia di turno che parcheggia sui posti disabili e che già oggi è impunita sai come sarà felice di essere più libero del solito», commenta, con amarezza, Cinzia Nodari. «Non è questione di blocco. A casa non ci arrivi proprio perché sei in coda con tutti quelli che parcheggiano nei tuoi posti auto. Dunque la macchina non si sa nemmeno dove metterla. Avete tutti i garage doppi o tripli per le auto di una famiglia? Dopo il lavoro chi di voi trova parcheggio? Ma vi rendete conto a che grado di indifferenza, disinteresse assoluto e non curanza siamo arrivati? Dove sono le istituzioni?». Rabbia e delusione, frammista ad un senso d’impotenza. Perché, come ha spiegato Sala, o i concerti si fanno lì o non si fanno. E non farli a San Siro o alla Maura significa perdere un gigantesco giro d’affari e restar fuori dal circuito del rock. E Milano non può permetterselo. Solo che nel volersi concedere tutto, come vuol fare la giunta Sala, bisogna tener conto di chi subisce, di chi paga un prezzo altissimo per fare divertire gli altri, fregandosene di parcheggi e abitazioni, residenti e qualità della vita.


«L’ennesima cattiveria del Comune che danneggia le attività di bar, ristorazione in zona San Siro. Che colpa ne hanno loro se c’è un concerto a San Siro? Perché per un concerto obbligare a far chiudere le attività? Come si può pensare che non facendo entrare le auto si possa consentire ai ristoranti di lavorare normalmente? Se uno esce a cena non lascia la macchina a 3km per farsi una cena», si lamenta un altro utente, «i concerti sono 20 anni che ci sono a San Siro, ma mai un provvedimento fu più becero ed incosciente». Gli spari sopra sono per voi... Il piano del Comune prevede, fra le altre cose, il divieto di circolazione «dalle 12 del giorno del concerto e sino al termine dell’evento. Nella zona adiacente allo stadio saranno presenti i mezzi per la rimozione delle automobili in sosta nelle aree non consentite». Il dispositivo prevede una lunga sfilza di pass e contrassegni da mostrare per superare le barriere. Un rompicapo, più che una legenda. «Il Comune di Milano se non fa pasticci non è contento.

L’ultima geniale pensata del sindaco Sala e della sinistra milanese è stata il blocco del transito dei veicoli nell’area di San Siro nelle giornate dei concerti a partire dalle ore 12», affermano Samuele Piscina, consigliere comunale di Milano e segretario provinciale della Lega, e Silvia Sardone, eurodeputata e consigliera comunale, «senza prevedere una deroga per chi deve lavorare o si reca in esercizi di somministrazione di alimenti». Ma nel girone vaschiano di San Siro non c’è solo la mobilità, c’è il tema della sicurezza e dell’igiene. «Ci sono diverse tende di persone che campeggiano sotto lo stadio lato piazza Axum aspettando - credo - venerdì che sarà la prima data di Vasco? Come può essere consentito il campeggio libero in piena città, senza bagni e servizi?». Evidentemente le tendinate, ormai, vanno così di moda da essere tollerate dappertutto. E comunque sia, oggi, il sindaco Sala consegnerà a Vasco Rossi la Pergamena della città, davanti 200 privilegiati fan ospitati nella Sala Buzzati del Corriere della Sera, a cui si aggiungerà il riconoscimento della Regione, conferito al Blasco dal governatore Attilio Fontana. Perché Vasco, in fondo, è pur sempre il capitano...

 

 

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