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Milano, mattanza delle auto: chi non potrà più circolare dal primo ottobre

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Andrea Fatibene
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È passato solo un anno dall’ultima ondata di limitazioni all’accesso veicolare e mentre i milanesi si sono indaffarati nel trovare una nuova soluzione per spostarsi in città, ecco che Palazzo Marino fa capolino e ricorda che ora con il caro vecchio Euro 3 in Area C non entra. Una norma già predisposta, che entrerà in vigore dal prossimo primo ottobre e riguarderà tutti gli autoveicoli di questa categoria a benzina per il trasporto persone. Si prospetta una violenta legnata, come si suol dire, per i tanti automobilisti che saranno costretti a cambiare le loro abitudini. Difficile reperire il dato esatto rispetto al parco auto specifico che verrà colpito nella sola città della Madonnina, ma i report raccolti dagli uffici statistici dell’Aci (Automobile club italiano) restituiscono un’idea della dimensione del fenomeno: nella sola provincia di Milano, i veicoli Euro 3 a benzina, nel 2023, erano più di 70mila. Un dato già significativo, ma che non considera il fatto che Milano chiama automobili da tutta Italia e non solo. Da questi si sottraggono i residenti in Area C, oltre a taxi e ncc fino a nove posti, per i quali gli stessi divieti scatteranno tra un anno esatto.

Ma, continuando con i numeri, la “lista nera” di veicoli banditi, alla quale quest’ultima categoria si aggiunge, tra una settimana conterà più di mezzo milione di mezzi interdetti nella sola provincia di Milano. Sono 260mila i benzina tra Euro 0, 1, 2, 3, e sono all’incirca altrettanti i gasolio, praticamente tutti fino all’Euro 5, e anche quelle a doppia alimentazione gasolio-gpl o gasolio-metano da Euro 0 a Euro 4. Una tregua dal serrato calendario “green”, gentilmente concessa dall’amministrazione, è quella ai diesel Euro 6 A-B-C, per i quali il divieto d’ingresso in Area C, precedentemente fissato tra il primo ottobre 2024 ed il primo ottobre 2027, slitta al 30 settembre 2028. Dopo quelli, nel 2029 si bloccheranno gli Euro 6 D e, l’anno successivo, verranno fermati anche gli Euro 5 a benzina.

 


NESSUNO SCONTO
Una vera e propria mattanza se incrociata con gli inasprimenti al costo del ticket che non sembrano rallentare; terribilmente frustrante per quei cittadini che, pur facendo grossi investimenti in nuove automobili con cui poter rispondere alle richieste del Comune, non si trovano una controparte che venga loro incontro, tra prezzi stellari ed estensione della ztl del centro ai fine settimana. Una preoccupazione che condivide anche Geronimo La Russa, presidente Automobile Club Milano: «In Italia il parco circolante auto è progressivamente invecchiato. Ciò deve preoccupare per la sicurezza e per l’ambiente. L’età media sfiora ormai, infatti, i 13 anni. Era sotto i dieci anni un decennio fa. Va promossa una nuova politica di incentivi perché i cittadini, in particolare quelli meno abbienti, possano sostituire i loro veicoli ormai molto datati».

Ma per gli utenti che utilizzano le strade meneghine per lavorare, il primo di ottobre scatterà un altro obbligo. Dopo il parere favorevole del Consiglio di Stato, arrivato alla fine dello scorso febbraio, il Comune ha ripristinato l’obbligo di installazione dei sistemi di segnalazione dell’angolo cieco per autocarri, a tutela di pedoni e ciclisti che si trovino dove il conducente fatica a vedere, (questi veicoli sono contraddistinti dagli adesivi gialli e rossi che ne segnalano la presenza). I cosiddetti sensori “salva-ciclisti”. Una decisione in contrasto con quanto ritenuto dal Tardi Milano, che aveva annullato i provvedimenti varati da palazzo Marino. Con le sue delibere «il Comune di Milano - si legge nella sentenza di 40 pagine del Consiglio di Stato - ha limitato la circolazione in una zona della città imponendo un divieto di circolazione circoscritto ad alcuni veicoli e ad alcuni giorni della settimana e orari e prevedendo al contempo alcune deroghe a detto divieto. Così facendo il Comune di Milano ha esercitato il potere conferito ai Comuni dal decreto legislativo 285 del 1992».

 

 

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