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L'egiziano dei panni stessi in Duomo? Come l'hanno ribeccato: Milano caos

di Giorgia Petanigiovedì 6 novembre 2025
L'egiziano dei panni stessi in Duomo? Come l'hanno ribeccato: Milano caos

3' di lettura

Non c’è due senza tre. È stato fermato di nuovo l’uomo che il 30 ottobre, alle 7 del mattino, aveva steso il bucato davanti al Duomo di Milano e che già aveva dato in escandescenze il 16 dello stesso mese. Stavolta l’hanno pizzicato di nuovo in Duomo, non stendeva i panni ma si aggirava nella piazza in stato di evidente alterazione. Insomma, un recidivo. L’immagine della cattedrale “sfregiata” aveva fatto il giro del mondo, indignando l’opinione pubblica.

Sui social i commenti sullo stato di degrado in cui versa la città hanno riempito le diverse pagine Instagram e Facebook. Ma al di là dell’ironia di alcuni utenti, ciò che è emerso è lo sdegno di chi ogni giorno vive in una città sempre più allo sbando. E non c’è da stupirsi dei commenti negativi arrivati da istituzioni e cittadini, visto che quanto accaduto è avvenuto in pieno giorno, davanti agli occhi di tutti e in uno dei luoghi più simbolici e importanti della città. L’ennesimo “biglietto da visita” di cui il capoluogo lombardo avrebbe potuto fare a meno.

In quell’occasione l’uomo era stato prontamente portato all’ospedale San Paolo per una valutazione psichiatrica, ma a pochi giorni da quell’episodio ecco che viene nuovamente fermato in piazza Duomo dalla Polizia locale. Ricordiamo ai lettori che il cittadino egiziano era stato autore di un episodio analogo anche il 16 ottobre scorso e, anche in quell’occasione, era stato fotosegnalato dalle forze dell’ordine. Ieri, a seguito dei controlli, la Questura di Milano ha disposto il suo trattenimento presso il Cpr di via Corelli in attesa di convalida. In particolare, l’uomo è stato fermato dopo essere stato trovato in forte stato di agitazione, tanto che si è reso necessario il ricovero nel reparto di psichiatria del Niguarda per sette giorni.

Milano, lo scempio dell'egiziano sul sagrato del Duomo: una città allo sbando

I panni bagnati appoggiati sulle transenne, utilizzate come veri e propri stendini. Il tutto davanti al sagrato del Duom...

Per il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Francesco Rocca, si tratta di vicende su cui bisognerebbe porre alcune riflessioni. «L’allarme che arriva da Milano in questi giorni, sottovalutato dalle amministrazioni di sinistra, deve farci riflettere». Secondo Rocca, «i malati psichici non sono adeguatamente seguiti: quelli pericolosi tornano a compiere reati e ad aggredire persone. Non si tratta di casi isolati, ed è per questo che le istituzioni devono agire insieme agli esperti per trovare soluzioni», ha sottolineato. Il consigliere aggiunge che si tratta di «soggetti pericolosi arrivati in Italia illegalmente, che devono essere rimpatriati. È opportuno smetterla con il pericoloso sistema buonista che fa vittime e tutela i carnefici. Credo sia necessario rafforzare i Cpr, ovvero aumentarli, perché uno solo a Milano non basta».

Per il capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Alessandro Verri, la vicenda è «la prova che l’accoglienza a Milano è completamente in default». Secondo il leghista, «è chiaro che ormai sia saltato tutto il sistema dell’accoglienza. Lo vediamo con il caso di neanche una settimana fa del ragazzo che stendeva il bucato in Duomo e che oggi viene nuovamente fermato. Questo accade perché le politiche ufficiali del Comune di Milano sono completamente assenti». A mancare, secondo l’esponente del Carroccio, è il presidio del territorio. «Non abbiamo nemmeno la capacità di controllare chi si macchia di episodi che dimostrano un evidente deficit e una necessità di aiuto». Verri aggiunge: «L’accoglienza del «c’è posto per tutti” che la sinistra ha sempre millantato si dimostra, nei fatti, un fallimento».

Già, perché — come dicevamo — il 21enne egiziano è affetto da difficoltà psichiche ed era già noto alle forze dell’ordine. Desta quindi preoccupazione il fatto che l’uomo potesse circolare liberamente per la città. Eppure, nonostante l’evidenza dei fatti, c’è chi all’indomani di quanto accaduto continua a negare la realtà, puntando il dito contro chi giustamente ha sollevato polemiche. L’assessore al Welfare del Comune di Milano Lamberto Bertolé aveva sminuito l’accaduto, parlando di polemiche «totalmente fuori luogo e montate sul nulla». Secondo il politico dell’amministrazione milanese «accanirsi contro una persona con un’evidente vulnerabilità non è degno di una politica che dovrebbe occuparsi prima di tutto di chi non ce la fa». Peccato che nessuno metta in discussione le fragilità psichiche del soggetto in questione. A essere messa in discussione dagli esponenti del centrodestra è, piuttosto, la gestione dell’immigrazione in città.