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Manovra, Cimo-Cida: "Per ricercatori scientifici primo segnale positivo"

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Roma, 20 ott. (Labitalia) - Prima ‘fumata bianca' per i ricercatori scientifici in ambito sanitario: nella legge di bilancio, secondo le ultime stesure, sembra aver trovato posto una norma che consente di inquadrare, con contratti a tempo determinato e con una progressione di carriera legata alla produttività scientifica, il personale che attualmente lavora negli Irccs (istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) con contratti di collaborazione continuativa e professionale o con borse di ricerca. Lo rende noto Sergio Barbieri, vicesegretario vicario del Cimo-Cida, il sindacato dei medici, commentando la novità e auspicando che tale norma non venga 'sacrificata' durante l'iter parlamentare della legge di bilancio. "Avevamo quasi perso la speranza di vedere realizzata la promessa per la quale il ministro Lorenzin si era lodevolmente spesa", ha aggiunto Barbieri, sottolineando come Cimo-Cida si fosse sempre espresso a favore della proposta, "perché sembrava e sembra la soluzione possibile più vicina: lo aveva fatto anche intervenendo più volte con proposte migliorative ai tavoli di confronto e sulla stampa, ora pare che la futura legge di stabilità contenga provvedimenti in proposito". "Bene, benissimo -spiega Barbieri- perché l'Italia ha tuttora una produzione scientifica di primo livello in ambito biomedico pur avendo poco personale e scarsi investimenti. Avevamo polemicamente intitolato un nostro ultimo intervento 'A quando lo ius soli per i ricercatori?' e siamo felici di poter dire che forse i diritti di cittadinanza sono arrivati". "Finalmente - dice - smetteremo di buttare via risorse preziose e porremo fine a un doppio danno: formare personale molto specializzato ma costretto a lavorare all'estero e vedere così destinato altrove, in Paesi spesso concorrenti al nostro, il loro contributo allo sviluppo economico, in contesti produttivi notoriamente votati all'innovazione". "Forse ora -avverte- ci sarà qualcuno al timone del governo in grado di invertire la rotta. Lo speriamo e per il momento ringraziamo chi nel ministero della Salute ha contribuito a far compiere questo primo passo per dare un nuovo impulso alla competitività scientifica in Italia".

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