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Facci: "Il diluvio c'è già"

Nicoletta Orlandi Posti
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Sì, però non possiamo passare la vita a dire che Berlusconi è insostituibile, anzi, che "è l'unica giustificazione della destra italiana" come ha detto Giuliano Ferrara sul Corriere di ieri. Non possiamo ripetere per la millesima volta che c'è solo lui, e che dopo di lui c'è il nulla, e che - Ferrara dixit - Salvini è solo un attacchino, la Meloni è la serie B, Fitto è un provinciale che prende le preferenze a Bisceglie, eccetera. Immaginate che nel 1993 si fosse fatto lo stesso ragionamento con Craxi e Andreotti e Forlani, che agli effetti erano dei giganti all'apparenza insostituibili - con veri partiti alle spalle - dopo dei quali c'era concretamente il nulla: il che era la verità, ma se non fosse saltato il tavolo, se non ci fosse stata una palingenesi seguita a un vuoto da panico, beh, uno come Berlusconi non sarebbe mai spuntato fuori. E beninteso, non ne spunterà un altro: eppure anche lui, all'inizio, era solo un tycoon brianzolo indebitato fino al collo e con idee balzane, un ragazzo coccodè eccetera, ricordate? Il punto è che un centrodestra senza Berlusconi dovrà esistere per forza, non potrà prenderselo tutto Renzi, né potremo aspettare che sia Berlusconi a istruire e prefabbricare il proprio killer. Nomi non ne facciamo, va bene, così evitiamo il "pfui" generazionale dei Ferrara: ma a destra qualcosa si muove lo stesso, e prima o poi prenderà il suo spazio. Che ci metta due anni o venti, questo sì, dipenderà solo da Berlusconi. di Filippo Facci

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