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Giordano: "Noi stiamo con il benzinaio che ha ucciso il rapinatore rom"

Nicoletta Orlandi Posti
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Je suis Graziano Stacchio, io sono il benzinaio che ha sparato. Senza se e senza ma, io sono con lui. E penso che lo Stato, anziché indagarlo, dovrebbe dargli un altro premio al valor civile. Ne aveva ricevuto già uno nel 1988, perché aveva salvato una donna caduta in un canale dopo un incidente con l'auto. Non aveva esitato a buttarsi. Anche l'altro giorno non ha esitato a buttarsi per salvare la commessa della gioielleria minacciata dai mitra di cinque delinquenti. Lo hanno aggredito, ha avuto paura. Ha preso un fucile, ha fatto fuoco. Un bandito è morto. Non si può essere mai felici quando qualcuno muore, ma non si può nemmeno confondere il male con il bene. E qui la differenza è chiara: il bandito stava facendo il male, Graziano stava facendo il bene. O, almeno, ci provava di nuovo. Je suis Graziano, io sono il benzinaio perché quell'uomo è tutto meno che un giustiziere. È solo un padre di famiglia in un Paese che sta diventando Far West. Basta sentirlo parlare, basta ascoltare la voce che trema, leggergli in faccia i tormenti. Lo rifarebbe? «Ho tanti dubbi». Dice che non dorme di notte, che non si dà pace. «L'altra volta avevo salvato una vita, questa volta l'ho tolta». Io sto con Graziano perché se una persona con questi dubbi e questi tormenti è arrivata a sparare, vuol dire che non aveva alternative. E nessuno può permettersi nemmeno di pensare il contrario prima di aver provato a stare con un mitra puntato in mezzo agli occhi. Je suis Graziano, io sono il benzinaio perché in quest'Italia succede sempre più spesso che le persone perbene si trovino davanti a un mitra spianato, a un rapinatore scatenato, a gesti di violenza. Sui luoghi di lavoro, nelle loro case. Intere aree del Paese sono fuori controllo. Completamente sfuggite di mano. Le forze di polizia hanno sempre meno mezzi. I cittadini hanno sempre più paura. E se la cavano come possono, spesso si danno una mano con servizi di «avvistamento ladri» sul telefonino. Il mutuo soccorso anti-criminalità, che è sempre meglio dell'egoismo e dell'indifferenza. Io sto con Graziano perché lui non è stato egoista né indifferente. Non ha avuto bisogno dell'avvistamento ladri. Ha visto con i suoi occhi una ragazza in difficoltà ed è corso ad aiutarla. Dicono: la rapina non era da lui, doveva starsene fuori. Io invece sto con Graziano proprio perché non ne è stato fuori. Perché non ha agito per egoismo, per difendere la sua roba o il suo incasso, non ha pensato nemmeno a difendere la sua vita. Io sto con Graziano proprio perché è intervenuto per salvare un'altra persona. Perché non si rassegna a un'Italia in balia dei criminali. Perché vorrebbe semplicemente un Paese un po' più sicuro, e nel frattempo s'ingegna di costruire un Paese in cui ci si aiuta. E non si abbandona un vicino nelle mani dei banditi. Non si gira la testa da un'altra parte se si vede un'aggressione. Je suis Graziano perché preferisco un'Italia fatta con tanti Graziano che cercano di aiutare il prossimo, piuttosto che un'Italia con tanti banditi rom che il prossimo lo aggrediscono. Infatti in Paese parlano tutti bene del benzinaio. Tutti lo conoscono, nessuno gli rimprovera nulla. Addirittura il titolare della gioielleria (altre due rapine subite, una con sequestro) avrebbe voluto coprirlo, dicendo che era stato lui a sparare. Je suis Graziano perché è un rappresentante dell'Italia onesta, è uno di quelli che ogni giorno vanno a lavorare, quelli che fanno il loro dovere e si sentono schiacciati da uno Stato capace di chiedere tante tasse e incapace di offrire anche solo un po' sicurezza. Je suis Graziano perché l'altro giorno, a Nanto di Vicenza, si sono incrociati due mondi: quello delle persone perbene come lui e come la commessa, e quello dei delinquenti, come il bandito rom. Quest'ultimo, per una volta, ha avuto la peggio. Spiace. Ma non ho dubbi a scegliere da che parte stare. Fra l'altro il bandito ucciso non era un ragazzino alle prime armi o un disperato spinto a rubare dalla crisi economica. Macché: era un criminale patentato. Stiamo parlando, infatti di un nomade quarantenne con una lista di precedenti più lunga della Quaresima: furti, rapine, una maxirissa con naso, mandibole e costole rotte a due carabinieri, un colpo in banca nel Bresciano con sparatoria, un rapina a una Coop nel veneziano sempre con sparatoria e per non farsi mancare nulla pure una sparatoria per questioni di cuore. Risiedeva da anni in un campo rom a Fontanelle nel Trevigiano. E je suis Graziano perché, visto che di rapine con sangue e morti se ne vedono fin troppe, beh, spiace dirlo, ma se qualcuno doveva morire meglio che sia morto lui. Perché se uno si arma di mitra e va, con altri quattro criminali, all'assalto dei negozi mette in conto che qualcosa gli possa succedere. Graziano, invece, non aveva messo in conto nulla. L'altro giorno avrebbe voluto solo finire in santa pace il lavoro al distributore e andare a casa dai suoi figli. Non cercava guai, voleva evitarli. Come ha sempre fatto nella sua vita. E je suis Graziano perché persone così uno Stato serio le aiuta e le protegge. Manco ci pensa a processarle. di MARIO GIORDANO

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