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Filippo Facci vi spiega la vergogna dei magistrati: il "trucco" con cui indagano Berlusconi per mafia

Eliana Giusto
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È un atto voluto, non dovuto. Non c' è nessuna novità, nessun salto di qualità anche minimo (anzi) rispetto a tutte le altre volte che Berlusconi e Dell'Utri sono stati genericamente inquisiti sulla base delle parole di un pluricriminale, parole peraltro diversamente interpretabili. Quello che c' è, semmai, è la definitiva conferma che in Italia si può essere inquisiti almeno quattro volte per uno stesso ipotetico reato, che in questo caso ha la leggerezza del sospetto di essere i mandanti occulti delle stragi mafiose del 1993 a Milano e Firenze e Roma. Quante volte è accaduto? Non si è d' accordo neanche su questo: secondo i più almeno quattro, secondo altri di più. C'è l'indagine di Firenze in cui i due protagonisti furono iscritti nel registro degli indagati come «Autore uno e Autore due» di ben otto stragi: ai tempi Berlusconi era presidente del Consiglio e l' altro era senatore della Repubblica. L' indagine fu archiviata nel 1998. Fu la stessa accusa a chiedere l' archiviazione, e il gip l' accolse scrivendo che mancava la conferma delle chiamate in causa e delle intuizioni dei pentiti, sebbene il decreto di archiviazione abbia evidenziato «un' obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche di Forza Italia». RISCONTRI ZERO - Poi c' è l' indagine di Caltanissetta del 1994, quando i due protagonisti furono iscritti nel registro degli indagati come «Alfa e Beta» per via delle dichiarazioni incrociate dei mafiosi Salvatore Cancemi, Tullio Cannella e Gioacchino La Barbera. Il quadro indiziario era così debole che alla fine fu archiviato, ma ci misero 9 anni, e il gip, il 3 maggio 2002, scrisse incredibilmente che i pm potevano tentare indagini su «piste investigative diverse». Poi c' è l' indagine bis di Firenze, quando Berlusconi e Dell' Utri furono iscritti nel registro degli indagati (sin dal 2009) con le stesse generalità anonime dell' indagine archiviata nel 1998, «Autore Uno» e «Autore Due». Il salto di qualità fu legato alle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, boss vicino ai fratelli Graviano, i quali, a suo dire, gli avevano detto che «con Berlusconi e Dell' Utri ci eravamo messi il paese nelle mani». Nel 1998 Spatuzza aveva negato ogni coinvolgimento dei due, ma l' anno dopo li tirò in ballo dicendo che in precedenza aveva avuto timori per la sua famiglia. Comunque, alla fine, riscontri zero. SI RICOMINCIA - E passano altri cinque anni. In generale è da circa 25 anni che prosegue la propensione di ogni avanzo di galera a tirare in ballo Berlusconi e Dell' Utri (in un verbale del 2000 ci aveva provato anche Giuseppe Monticciolo, il picciotto che Brusca aveva utilizzato per strangolare il piccolo Giuseppe Di Matteo) ma all' occorrenza possono essere direttamente i pm, a ritirarli in ballo: come in questo caso. E rieccoci all' ennesima riesumazione di vecchi cadaveri istruttori: siamo al Firenze tris, o ter, con la Procura di Firenze che ha chiesto e ottenuto la riapertura del vecchio fascicolo sulle stragi (quello con Spatuzza) dopo aver letto le intercettazioni dei colloqui tra il boss Giuseppe Graviano e il camorrista Umberto Adinolfi. Il colloquio è del 10 aprile scorso, le prossime elezioni politiche non si sa. di Filippo Facci

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