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Sea Watch, Paolo Becchi: "Dopo Siri, agguato a Salvini sui migranti. Ora è tutto chiaro: cosa c'è dietro"

Giulio Bucchi
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"Mi pare evidente il tentativo di presentare la vicenda Sea Watch come una nuova sconfitta di Matteo Salvini ad una settimana dal voto". Intervistato da LoSpecialeGiornale.it, Paolo Becchi dà una lettura per certi versi inquietante di quanto sta accadendo in queste ore sul tema migranti a Lampedusa. Leggi anche: "La smetta di insultarci". Giorgia Linardi all'attacco, Lady Sea Watch contro Salvini Secondo l'editorialista di Libero, che con la sua Carta dei diritti dei popoli europei ha ispirato il cuore del programma sovranista della Lega per le prossime elezioni europee, come annunciato in piazza Duomo dallo stesso Salvini, l'aver fatto sbarcare la nave della ong tedesca nonostante l'opposizione del Viminale è stata "una mossa utile a dimostrare che il ministro dell'Interno non conta nulla e che i porti restano aperti". Dopo il caso Siri, questo nuovo inciampo. "Tutte coincidenze? Non credo proprio. Io vedo una chiara strategia rivolta ad indebolire Salvini e contenerne il consenso", sottolinea ancora Becchi. "Se la Lega dovesse arrivare al 35% come prefiguravano i sondaggi all'inizio, avrebbe i destini dell'Italia in mano e otterrebbe anche un forte peso in Europa. Per questo stanno cercando di minarne in tutti i modi la credibilità". Una strategia che però potrebbe sortire l'effetto opposto: "Fino ad oggi il consenso di Salvini è aumentato proprio grazie alle politiche sull'immigrazione rivolte a contrastare gli sbarchi. Se il tema torna all'ordine del giorno in questa settimana, per la Lega sarebbe un eccellente viatico che spazzerebbe via tutte le polemiche degli ultimi tempi, legate appunto alle vicende giudiziarie di Siri". Considerato che un terzo degli elettori è ancora indeciso su chi votare, "il leader della Lega può esercitare un forte peso, proprio giocando al meglio le sue carte, immigrazione e sovranismo".

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