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Giuliano ad alzo zero:"I magistrati sono solofottutissimi carrieristi"

Il direttore del Foglio da Mentana sulle intercettazioni al Quirinale: "L'inchiesta di Palermo è una minchiata, una puttanata inverosimile"

Matteo Legnani
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Metti insieme Giuliano Ferrara, Marco Travaglio e Antonio Di Pietro. E il risultato non può che essere esplosivo. Come lo è stato lunedì sera negli studi di La7, dove Enrico Mentana conduceva Bersaglio mobile. Argomento della puntata: il caso-intercettazioni del Quirinale sulla trattativa Stato-Mafia. Ferrara da una parte, Travaglio dall'altra. In mezzo, Emanuele Macaluso a fare da "mediatore" vista la cinquantennale conoscenza di Giorgio Napolitano. E un Di Pietro stranamente muto. La parte del protagonista se l'è presa l'Elefantino Ferrara, che a Ingroia e compagnia palermitana non ha certo mandato a dirle: "I magistrati? Sono fottutissimi carrieristi" ha sparato Giuliano, riferendosi chiaramente a un Ingroia che in molti danno già con un piede in politica e dunque a caccia di visibilità sui media. "A Palermo - ha proseguito - dicono un sacco di minchiate, ma la loro inchiesta non sta in piedi, è una puttanata inverosimile. Ingroia non vuole la verità, pensa solo a farsi notare sui media". Parole alle quali Di Pietro ha minacciato di abbandonare la trasmissione: "Questa è diffamazione, io non partecipo". E da lì in poi ha recitato la parte del manichino muto. A rispondere a Ferrara ci ha pensato allora Travaglio coi suoi cavalli di battaglia: roba tipo "bavaglio per impedire ai magistrati di indagare", "verità sulle stragi". E la trattativa tra Stato e mafia "c'è stata". E quando il giornalista ha iniziato il suo monologo, il direttore del Foglio è sbottato: "Mentana, io mi rompo i coglioni ad ascoltare solo Travaglio. Perché non lo interrompe? Che cazzo di conduttore è lei?". Siparietto chiuso da un Mentana stupito e sghignazzante... Guardate su lo show di Ferrara su LiberoTv

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