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Moretti (Fs) contro la spending review: "Se mi tagliano lo stipendio, vado via"

Nicoletta Orlandi Posti
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Se gli tagliano lo stipendio lui se ne va. La minaccia è dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane, Mauro Moretti, interpellato a Bologna a margine del convegno nazionale Ancpl sugli interventi al vaglio del governo per ridurre gli stipendi ai manager pubblici. "Lo Stato può fare quello che desidera, sconterà poi il fatto che buona parte dei manager vada via: questo lo deve mettere in conto", ha detto Moretti. "Io", ha ammesso l'ad delle Ferrovie, "prendo 850 mila euro all'anno, il mio omologo tedesco ne prende tre volte e mezzo tanto, siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente - ha spiegato Moretti - che sul mercato bisogna avere anche la possibilità di retribuire non dico alla tedesca e nemmeno all'italiana ma in maniera dir poter far sì che i manager bravi vengano dove ci sono imprese complicate, dove ci sono da prendere rischi ogni giorno". E' giusto tagliare lo stipendio a Moretti? Vota il sondaggio di Libero Per Moretti, "ci sono forse dei casi da dover rivedere, ma la logica secondo cui uno che gestisce un'impresa che fattura 10 miliardi deve stare al di sotto del presidente della Repubblica è una cosa sbagliata. Sia negli Usa che in Germania, sia in Francia che in Italia - ha sottolineato il manager - il presidente della Repubblica prende molto molto meno di quanto prendano i manager di impresa". Moretti ha voluto inoltre spiegare che si tratta di dinamiche diverse: "Una cosa è stare sul mercato - ha detto - altra è fare una scelta politica. Chi va a fare il ministro sa che deve rinunciare agli stipendi perchè ha a che fare con un'operazione politica e questa è una sua scelta personale". Alla domanda se sarebbe disposto a lasciare l'incarico nel caso di un'eventuale riduzione dello stipendio, Moretti ha concluso: "Non c'è dubbio ".

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