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Silvio Berlusconi: "Altro che bunga bunga, ecco quello che succedeva ad Arcore"

Nicoletta Orlandi Posti
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A pochi giorni dalla sentenza della Corte d'appello di Milano che giudicherà Silvio Berlusconi in secondo grado sul processo Ruby il Giornale ripropone ampi stralci del memoriale che il Cav ha usato per le dichiarazioni spontanee rese davanti ai giudici nell'ottobre 2012. L'ex presidente del Consiglio ribadisce di non aver mai avuto rapporti sessuali con Karima El Mahroug sostenendo che l'inchiesta è stata un'intrusione nella sua vita privata, che il bunga bunga era solo una battuta e di non aver mai fatto pressione sui funzionari della questura.  Il testo integrale della dichiarazione spontanea resa al Tribunale di Milano è pubblicato sul sito di Forza Italia. Di seguito riportiamo alcuni passi. Le cene di Arcore - "Le cene", puntualizza il Cav, "si svolgevano in una grande sala da pranzo, un grande tavolo accoglieva tutti gli ospiti insieme, io al centro della tavolata monopolizzavo la conversazione parlando di politica, di sport, di cinema, di televisione, di gossip e mi divertivo confezionando battute e cantando, a richiesta, le canzoni del mio repertorio giovanile e quelle scritte da me in collaborazione con Mariano Apicella. Dopo la cena alcune volte le mie ospiti organizzavano nel teatro della residenza degli spettacoli con musica e costumi, spettacoli che non avevano alcunché di volgare e scandaloso. E a proposito della dizione “Bunga Bunga” questa espressione nasce da una vecchia battuta che ho ripetuto più volte prima dei fatti contestati ed è stata riportata doviziosamente dalla stampa. Altre volte nella discoteca che era stata dei miei figli si ballava (io però non ho mai partecipato ad alcun ballo) ed accadeva quello che si può vedere in qualsiasi locale aperto al pubblico di ogni età. Posso quindi escludere con assoluta tranquillità che si siano mai svolte scene di tipo sessuale. Tutto tra l'altro avveniva alla presenza di camerieri, musicisti, personale di sicurezza, ospiti di una sola serata e, a volte, con l'intervento di miei figli, che venivano a salutarmi". Ruby - "Voglio innanzitutto ricordare, nei limiti del possibile, come ho conosciuto Karima El Mahroug cioè Ruby.Qualche mese prima dei fatti accaduti il 27 maggio Ruby era intervenuta ad una cena presso la mia residenza in Arcore.Non ricordo con chi venne questa prima volta, forse con Lele Mora. In quell'occasione Ruby attirò su di sè l'interesse e l'attenzione di tutti i commensali raccontando la sua storia.Ci disse di essere di nazionalità egiziana, figlia di una famosa cantante anch'essa egiziana appartenente ad una importante famiglia imparentata col Presidente Moubarak. Ci fece vedere un video con questa cantante che effettivamente aveva qualche somiglianza con lei". Berlusconi ricorda che Ruby disse a lui e ai suoi ospiti "di essere stata buttata fuori casa dal padre che l'aveva anche picchiata, ci fece vedere una vasta cicatrice sulla testa procuratale dal padre con un getto di olio bollente, il tutto ci disse a causa della sua decisione di convertirsi alla religione cattolica. Ci narrò di molte sue tristi peripezie e infine ci raccontò di essere arrivata a Milano un mese prima e di essere stata ospitata da un'amica". "Questa era la storia che lei ci rappresentò piangendo e facendo commuovere molti tra i miei ospiti", continua Berlusconi. "Le offrii subito un aiuto economico per il suo sostentamento e per cercarsi una casa in locazione e le assicurai di poter contare sul mio interessamento e sul mio aiuto. Fece conoscenza con alcune delle mie ospiti ed in seguito intervenne con loro ad altre cene a casa mia". Nipote di Mubarak - Berlusconi ribadisce che non aveva dubbi che fosse la nipote di Mubarak. "Nel corso del vertice Italo-Egiziano che si era tenuto otto giorni prima del 27 maggio cioè il 19 maggio 2010, a Villa Madama, durante il pranzo, terminata la parte ufficiale dei negoziati avevo chiesto notizie di questa Ruby allo stesso Presidente Moubarak raccontandogli di come l'avevo conosciuta e della sua storia convinto com'ero che fosse una sua parente.Alla mia domanda se conoscesse la madre di Ruby la risposta fu affermativa e mi disse che si trattava di una famosa cantante che effettivamente faceva parte della sua cerchia famigliare ma che non era a conoscenza del fatto che avesse una figlia messa fuori casa per problemi di religione. L'argomento “Ruby” occupò la conversazione, di fronte ai molti commensali, per diverso tempo. Moubarak mi assicurò alla fine che si sarebbe informato e che mi avrebbe fatto sapere. Rimasi quindi nel convincimento che Ruby potesse avere davvero un legame parentale con il Presidente egiziano". L'età - "Desidero anche ricordare che tutti avevamo l'assoluto convincimento che Ruby fosse maggiorenne, sia perché lei aveva detto a tutti di avere 24 anni, sia per il suo modo di esprimersi proprio di una ragazza matura, sia per il suo aspetto fisico che non corrispondeva assolutamente a quello di una minorenne, sia perché mai avrei pensato che una minorenne potesse intraprendere una attività come quella che le avevo finanziato. Inutile dire che non ho avuto alcun tipo di rapporto intimo con lei e che, durante la sua permanenza alle cene, non vi sono mai stati accadimenti di natura men che lecita". La telefonata in Questura - "Tornando alla notte del 27 maggio", chiarisce il Cav, "parlai con Nicole Minetti che già aveva saputo da un'amica di quanto stava accadendo a Ruby e che quindi confermò quanto dettomi poco prima dalla Loddo. Poiché mi era stato riferito che si trattava anche di un problema di identificazione, essendo la ragazza sprovvista di documenti, ritenni utile chiedere alla Minetti che aveva conosciuto bene Ruby da me di recarsi in Questura per agevolare tale identificazione. La decisione quindi di contattare la questura, come ho già ricordato, fu suggerita dall'on. Valentini prima e poi dal capo scorta Ettore Estorelli, il quale disse che avrebbe potuto assumere informazioni tramite un funzionario con cui si rapportava per i nostri spostamenti. Io non sapevo neppure chi fosse questo funzionario né che ruolo ricoprisse nella Questura di Milano, ma ero interessato a sapere se effettivamente vi fosse un problema per l'identificazione della ragazza. La telefonata con questo funzionario, il dottor Ostuni, fu estremamente breve. Mi limitai a chiedergli se poteva confermare o meno che vi fossero problemi per l'identificazione di una giovane di nome Ruby di cittadinanza egiziana, e gli dissi che mi risultava che questa giovane potesse avere rapporti di parentela con il presidente Moubarak. Dissi che per agevolare le operazioni di identificazione avevo chiesto al consigliere regionale Nicole Minetti che, ripeto, aveva personalmente conosciuto presso la mia residenza la stessa Ruby, di recarsi presso la Questura". "Qualche tempo dopo", continua Berlusconi, "Nicole Minetti, mi chiamò per mettermi al corrente della situazione in Questura. Mi raccontò che Ruby era stata identificata e che era risultata non essere egiziana bensì di nazionalità marocchina e per di più minorenne. La notizia mi lasciò di stucco e mi resi finalmente conto che Ruby aveva mentito e si era costruita una seconda diversa identità in sostituzione della sua condizione reale". Niente sesso - "Voglio infine ribadire che i miei rapporti con le ospiti alle mie cene erano basati sulla simpatia, sul cameratismo, sull'amicizia e sul rispetto e che non c'è mai stata alcuna dazione di denaro per ottenere rapporti intimi. Devo anche affermare con forza che nessuna delle mie ospiti poteva essere classificata, per quanto a mia conoscenza, come “escort” come invece poi è accaduto sui media nazionali ed internazionali".

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