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Scajola a processo si difende: "L'amavo, tutto quello che ho fatto è per lady Matacena"

Eliana Giusto
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Per i pm Claudio Scajola, aiutando la fuga dell'ex deputato tuttora latitante a Dubai Amedeo Matacena, ha aiutato l'ndrangheta. Ma l'ex ministro minimizza perché non c'entra nulla la mafia calabrese, la malavita e quant'altro. Lui è finito nei guai solo per amore di Chiara Rizzo, (ex) moglie di Matacena.  Riporta il Corriere della Sera che ieri, mercoledì 22 ottobre, durante una pausa del processo Scajola era smarrito. "Da centosettatasette giorni sono detenuto per l'accusa di una tentata, procurata inosservanza di pena. Mi sembra incredibile, l'ho detto anche al pm, con tutte le cose serie che hanno di cui occuparsi...". Intanto i suoi avvocati, Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito, hanno chiamato a testimoniare l'ex presidente del Libano Amin Gemayel per fargli dire se si era veramente impegnato con Scajola a ospitare la latitanza di Matacena come sostiene l'accusa e una serie di altre persone che possano riferire dei rapporti del loro assistito con Chiara Rizzo. Scajola infatti continua a difendersi dicendo che ogni sua azione che ha favorito il latitante o sua moglie era dettata dall'amore, ogni mossa dal desiderio di mettersi in mostra con una donna "estremamente bella, molto affascinante, rimasta improvvisamente sola e disperatamente bisognosa di aiuto per qualunque cosa, sì da apparire indispensabile ai suoi occhi e poter avere l'occasione di ritagliarsi dei momenti di intimità con lei". 

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