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Aldo Busi: "Al Quirinale il migliore sarebbe Gianfranco Fini"

Matteo Legnani
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Certo, lui adora provocare. Lo ha fatto per tutta la vita. Ma nell'intervento scritto di suo pugno oggi sul Fatto Quotidiano, lo scrittore Aldo Busi pare andare oltre. Nel lanciare i suoi due candidati per il Quirinale, fa sul serio. Il primo è Stefano Rodotà, già "alfiere" dei 5 Stelle per la tornata di elezioni del Colle di due anni fa, quella che vide poi la riconferma di Giorgio Napolitano. E vabbeh... L'altro è Gianfranco Fini. E lì Busi si lancia in una lode dell'ex leader del Msi e di An quale forse l'ex numero due del Pdl non ha mai ricevuto nemmeno dalla compagna Elisabetta Tulliani. "Io - scrive - ho seguito Fini con crescente interesse e stima e anche con l'umana compassione dovuta alle infauste umane e politiche sorti, dallo 'strappo di Fiuggi' alla visita in Israele, all'allontanamento da Berlusconi secondo me dovuto a una inarrestabile maturazione culturale più che a uno sbagliato calcolo di strategia politica. Fino allo scandalo montato con i fiocchi per quella pagliuzza di appartamento a Montecarlo...". E ancora: quello di Fini, secondo Busi, è "sangue rinato, purificato da ogni ombra fascista, razzista, sessista, omofoba, familistica e tribale tipica della gente di provenienza dell'ex figliol prodigo. (...) "A me piacerebbe molto un presidente della Repubblica così, che ha una qualità davvero insolita che lo rende più unico che raro: non essendo più ricattabile, non è ricattabile e non sarebbe mai più ricattabile. E' moralmente temibile e se prima incuteva sospetto, ora incute soggezione, possiede una autorevolezza frutto solo della sua forza. Non diventerà certo presidente della Repubblioca, ma è giovane, la tempra del lottatore non gli fa difetto".

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