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La gaffe del pm Sangermano al Ruby-bis: "Non si può considerare la Tunini un cavallo di..."

Il riferimento è a Melania, principale teste dell'accusa nel processo a Fede e Mora. Un attimo prima di pronunciare la fatidica parola, però, il magistrato si ferma

Sebastiano Solano
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Comunque vadano a finire, i processi denominati Ruby e Ruby-bis saranno ricordati anche (o soprattutto?) per le gaffe dei pm durante le diverse requisitorie. I protagonisti sono Ilda Boccassini e Antonio Sangermano, braccio destro della toga più famosa di Milano. Resterà indimenticabile lo scivolone di Ilda la rossa sulla  "furbizia orientale" di Ruby che di orientale non ha proprio nulla dato che è marocchina e il Marocco è decisamente a Ovest. Una battuta che ha scatenato la reazione delle donne marocchine che si sono sentite offese.  L'enologo - Ma anche oggi, nel secondo troncone del processo alla ragazza marocchina, il pm Sangermano non ha fatto rimpiangere la Boccassini, lanciandosi in metafore di dubbio gusto. La prima è quella scagliata all'indirizzo di Emilio Fede e Lele Mora, il cui comportamento nei confronti delle ragazze è stato bollato, con una triste battuta, come "assaggiatori di vini pregiati".  Il cabarettista - La ciliegina sulla torta, a requisitoria ancora in corso, è quella delle 14.10 circa, quando Sangermano era sul punto d'incorrere su una clamorosa gaffe che avrebbe fatto impallidire quella della Boccassini su Ruby: "Non si può considerare la Tumini un cavallo di ....", ha detto di Melania Tumini, la principale teste dell'accusa, correggendosi un attimo prima di pronunciare la fatidica parola.  Il precedente - Sangermano non è nuovo a simile a scivoloni simili. Già durante il primo dei processi che vede sul banco degli imputati Ruby, riferendosi all'appunto "4.5 milioni da B." annotato dalla ragazza marocchina sulla propria agenda, le aveva chiesto: "Ma lei cosa faceva, portava avanti una strategia di falsi vantandosi a telefono e poi scriveva anche sull'agenda di dover prendere dei soldi?". Ruby non si è fatta intimorire e si è difesa replicando che vista la portata della cifra, difficile da scordare, non avrebbe avuto motivo per appuntarselo su un'agenda, se non quello di "vantarsene con gli altri". Logica inoppugnabile, ma evidentemente non per Sangermano. Chi è Sangermano, il braccio destro della Boccassini

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