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Selvaggia Lucarelli: Viva l'amore clo.clo.clo: perché i rapporti a termine convengono

Selvaggia Lucarelli

Lucia Esposito
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Scusatemi tanto, ma qui bisogna che qualcuno difenda il povero Clooney dalla valanga di insinuazioni che lo seppelliscono ogni volta che molla una fidanzata. Tanto per cominciare, non mi pare che la media di due anni accanto a una fidanzata sia così deprecabile. Il mondo è popolato da cinquantenni che non durano neanche due mesi con una donna e non si capisce perché quelli vadano bollati come “Peter pan” mentre su Clooney penda sempre il sospetto che Peter Pan lo inviterebbe volentieri a cena magari travestito da Campanellino. Poi. Sempre a ritirare fuori questa faccenda del contratto che farebbe firmare alle varie Stacey o Elisabetta per sorridere un paio d'anni con lui sui red carpet o farsi due tornanti in Trentino su una moto coatta. Intanto, vorrei sottolineare che nessuno sorriderebbe sul Lago di Como nei mesi di luglio e agosto con l'umidità al 98  per cento e Donatella Versace e Balotelli  come vicini di casa se non dietro contratto blindato e milionario, mi pare evidente. Ma la parte più interessante della storia, quella che tutti si ostinano a non capire - ahimè, neppure le donne - è che se davvero George Clooney facesse firmare un contatto a tempo alle sue fidanzate,  noi dovremmo stimarlo ancora di più.     Io, personalmente, non chiederei altro a un mio eventuale fidanzato che un contratto a termine, con clausole e asterischi per chiarire ogni aspetto della liaison e non avere sorprese su durata e modalità. Che poi diciamolo. I vantaggi a trascorrere due anni con George sono palesi e se davvero si trascina le fidanzate dietro per contratto, direi che il bell'attore è piuttosto generoso. Intanto, regala soldi a popolarità a donne che ne hanno seriamente bisogno.  Lui, così impegnato in politica e nel sociale, ha quasi una funzione sociale anche quando si sceglie la comparsa femminile. Non fa come gli altri attori hollywoodiani belli e famosi che si incrociano tra di loro come le foche allo zoo. George pesca nel sottobosco. Se le sceglie attrici, sono poco note o con l'aria da pre-menopausa come Talia Balsam.  Alcune poi sono veri e propri casi umani: Kelly Preston per esempio, dopo essere stata la sua fidanzata ha sposato John Travolta, anche lui noto in America per essere attratto dalle donne quanto Giuliano Ferrara dal calcetto a 5. Insomma, una talmente rintronata  che sarebbe capace di rifarsi una vita con Malgioglio. Poi ha infilato l'anello al dito a una tizia che gli stava servendo un club sandwich al bar, a un premio Oscar che gli diceva «no Martini no Party», ha privato la Canalis di due anni di foto in bikini su instagram, e infine s'è trascinato ovunque sottobraccio una tizia, Stacey Kiebler, che fino al giorno prima  strappava extension a morsi a altre wrestler come lei con la femminilità di un bovino domestico. E scusate, ma sarà pure realistico che non voglia donne alla sua altezza, ma è anche vero se non ci fosse lui a portare avanti la favola della Cenerentola moderna, il nostro riferimento potrebbe essere al massimo la Gregoraci. E ho detto tutto.  C'è poi da dire che George, anche se fosse solo per contratto, 'ste fidanzate se l'è sempre portate in posti e occasioni di tutto rispetto.  Ho conosciuto uomini che uscivano con cubiste del Pascià e poi le invitavano a cena nell'osteria Rubagalline nell'Oltrepò pavese per non rischiare di essere visti da conoscenti, mentre lui va da Obama sereno e beato con Stacey accanto vestita come a un matrimonio a Portici.  Ma le fidanzate le porta con sé anche agli Oscar, in vacanze in Messico, sui set dei film, a Villa Oleandra. Onestamente, se l'alternativa romantica è l'uomo che sta con te non per contratto ma per amore e poi ti trascina al massimo in vacanza dai suoceri a Focene o nella pizzeria col maxi-schermo per vedere la Champion's league, datemi un contratto da firmare, ora. Chiedo ufficialmente di essere una copertura.   C'è poi l'aspetto dell'insolito silenzio delle sue ex durante la storia e dopo la rottura. In questo caso direi che l'ombra di un contratto è più o meno quella di una quercia secolare del parco di Yellowstone. Da Elisabetta nostra alla bella cameriera, non ce n'è una che abbia rivelato un particolare sulla storia con George. E non dico sulla sua posizione preferita, ma neppure se preferisce lo zucchero di canna o mette il Dietor, se lascia la bavetta sul cuscino quando dorme, se scanalando in Italia ha mai guardato una fiction con Garko. Niente. Michelle ci ha detto che preferisce Obama senza mutande e nessuna c'ha mai detto se George la carbonara la preferiva senza il guanciale. Anche qui, il contratto raccontato in questo modo potrebbe sembrare una cosa poco simpatica. E invece mi tocca dar ragione a George ancora una volta. Voglio firmare anche io un contratto che mi impedisca di parlare del mio ex se mi molla. E voglio che lo firmino i miei ex.  Immaginate un mondo in cui nessuno potrà più dire «E comunque a letto era divertente come un tweet di Saviano», «E comunque c'aveva più peli il kiwi dell'Esselunga che lui in testa», «E comunque lei quando lo facevamo era come l'espressività della Arcuri: assente». Insomma. Un mondo in cui i livori tra ex si risolvono nel silenzio della propria casa, senza amici o giornalisti su cui scaricare il l'astio da mollati.  George ha capito tutto, datemi retta. E in fondo, se contratto è, merita la firma col sangue: ti chiede di essere una comparsa, a letto ti rimbocca al massimo le lenzuola ma fuori casa sono autografi e contratti pubblicitari. CO-pertura-CO-perte-CO-pertine. È un contratto co-co-co. Guarda te se mi tocca dar ragione alla Rodotà.  Lo stesso contratto sul silenzio che probabilmente avranno firmato le ultime fidanzate di Silvio. Solo che col Berlusca, il contratto è di sicuro decisamente meno vantaggioso che con l'innocuo George: Martini o no, con lui mi sa che è party tutte le sere, altro che coperta rimboccata. di Selvaggia Lucarelli 

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