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Vittorio Sgarbi, la difesa di Silvio Berlusconi: "Cosa ci importa dei suoi gusti sessuali?"

Davide Locano
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Una nota, diffusa su Twitter, da Vittorio Sgarbi. Il critico d'arte si schiera in difesa di Silvio Berlusconi, massacrato per il video rubato in casa sua dalle Olgettine. In particolare, per il passaggio su Mario Balotelli: "Una che va con un neg*** mi fa schifo". E Sgarbi ribatte: "Una considerazione, a mio avviso, puramente estetica. Un po' come dire: le rosse mi fanno schifo, preferisco le bionde". Per il critico d'arte, però, "il punto non è questo. Non lo ha detto in un comizio pubblico, e nemmeno in una conferenza stampa. Ma tra le mura di casa sua. Con persone presunte amiche che ne hanno tradito l'amicizia oltre che la riservatezza". Sgarbi si chiede "perché, dunque, una conversazione privata deve diventare pubblica? Perché la pubblica opinione deve conoscere i gusti sessuali di Berlusconi?". Dunque, per paradosso, si chiede: "Cosa accadrebbe se domani, per esempio, venissimo a conoscenza dei gusti sessuali della Boccassini o del presidente dalla Repubblica e li giudicassimo sulla base di quelli?". Il critico d'arte si chiede: "È lecito giudicare una persona sulla base delle sue più intime pulsioni sessuali, dei suoi gusti estetico-corporali e comunque delle considerazioni espresse in un contesto privato?". Leggi anche: "A chi mi manda affan..., rispondo così": Sgarbi tutto da godere Non ha dubbi, Sgarbi: "Magistratura e giornalismo sono responsabili di questa macelleria della sfera privata. E non fanno nulla per evitarla. Venendo meno ad ogni codice deontologico e al diritto alla riservatezza". E ancora: "Sapere se a Berlusconi facciano o meno schifo le donne che sco*** con i neg***, al di là della inaccettabile violazione della privacy, rivela solo un morboso e patologico voyeurismo di chi pensa di poter giudicare le persone per quello che fanno sotto o sopra le lenzuola". Per Sgarbi, "magistrati e giornalisti non possono guardare dal buco della serratura". Ma se proprio devono farlo, conclude, da domani "in coda agli atti di un pm o dell'articolo di un cronista, vogliamo anche leggere se a loro piacciono le donne o gli uomini. Ovviamente specificandone il colore della pelle", conclude.

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