Sergio Marchionne, tutti i misteri sulla sua morte: il terribile sospetto sul silenzio
Silenzio da Torino a Auburn Hills. Silenzio e turni fermi da Pomigliano a Mirafiori, passando per Melfi fino a Collegno. Silenzio negli stabilimenti e sull' asse America-Lingotto. Il Manager, l' eroe dei due mondi, il negoziatore dal pugno di ferro che rivoluzionò la Fiat, se n' è andato. Leggi anche: "M;archionne sapeva da tempo del cancro ma...", l'ultima indiscrezione Ma il riserbo è d' obbligo per quest' uomo pubblico, entrato nelle case di tutti col solito maglione dal non colore. Il nero. Si può al limite dire quel che John Elkann, presidente di Exor (la holding della famiglia Agnelli), annuncia pubblicamente: «È accaduto, purtroppo, quello che temevamo. Sergio Marchionne, l' uomo e l' amico è morto». Sono le 11 e 30 di ieri. Due elicotteri si alzano in volo sciogliendo il cordone di sicurezza sopra l' Universitatsspital di Zurigo. Fino a un minuto prima Fca, da Torino, ribadiva: «Condizioni stazionarie». Sergio Marchionne, 66 anni il 17 giugno, è morto e punto. Poco importa che nel centro ospedaliero svizzero (una fortezza d' eccellenza dov' è possibile mantenere l' anonimato), il suo nome non figuri fra i ricoverati e tanto meno tra deceduti. «Nessuna macchina» a tenere il Supermanager forzatamente appeso alla vita che già lo aveva abbandonato. Così tiene a puntualizzare Fca. Funerali privati - Accanto all' ex numero 1 di Fiat Chrysler, la compagna Manuela Battezzato e i figli Alessio Giacomo e Jonathan Tyler, arrivati alla clinica da giorni. Ma così discretamente da restare invisibili ai giornalisti e al mondo. Perché è proprio così che lui avrebbe voluto. Non sarà proclamato il lutto cittadino e i funerali, quando sarà, resteranno una faccenda privata. Lui è spirato ieri, ma l' era Marchionne s' è ufficialmente conclusa sabato a mercati chiusi, col passaggio dello scettro (dopo 14 anni) ai vertici del Lingotto. O forse chissà, era già finito tutto col ricovero del 28 giugno scorso, ch' è stato l' inizio di una lotta apparsa subito interminabile. E punteggiata da ipotesi e indiscrezioni di stampa: «Sarcoma alla spalla», «tumore ai polmoni» e poi il «cancro che invece non c' entra». Tutto e anche il suo esatto contrario, ma senza cambiare la sostanza delle cose e il destino di Sergio Marchionne. Il cuore s' arresta una volta, poi cede una seconda e per sempre. Eppure l' intervento alla spalla (destra) almeno ufficialmente, avrebbe dovuto essere una «cosa banale». Invece tutto si rivela un calvario. Da un lato «il peggioramento delle condizioni di salute del manager», dall' altro Sergio Marchionne che «non ha annullato nessun appuntamento in agenda e si preparava alla presentazione di una delle ultime trimestrali sotto il suo turno di guardia». Nessuna macchina - Avanti così, fino alla terapia intensiva che lo avrebbe portato a «morte naturale» e ai due elicotteri che si alzano nel cielo svizzero, sincronizzati sulle parole di John Elkann: «Saremo eternamente grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per avere reso possibile ciò che pareva impossibile», ha detto. Nel 2004, quando Sergio Marchionne assume le redini della Fiat, John ha soltanto 28 anni. Nel nuovo assetto di vertice definito alla morte di Umberto, il rampollo di casa Agnelli, erede designato alla guida dell' impero, diventa vicepresidente. Oggi da presidente e amministratore delegato di Exor, commenta commosso: «Penso che il miglior modo per onorare la memoria di Sergio sia fare tesoro dell' esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore. Io e la mia famiglia gli saremo per sempre riconoscenti per quello che ha fatto e siamo vicini a Manuela e ai figli Alessio e Tyler. Rinnovo l' invito a rispettare la privacy della famiglia Marchionne». Intanto il titolo Fca chiude a meno 15 per cento e brucia 4 miliardi in un giorno. Mike Manley, contemporaneamente, prende per la prima volta la parola per illustrare al mercato i conti di Fca. Un debutto difficile quello del nuovo amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, cresciuto all' ombra di Marchionne fino a prenderne il posto, sabato scorso. Quando si è capito che il manager italo-canadese non sarebbe più tornato al lavoro. «Ho trascorso nove anni parlando con lui ogni giorno», dice Manley, «è un momento triste». Poi chiede agli analisti un minuto di silenzio per rendere omaggio al predecessore scomparso. Vicino a Zurigo, nel paese di Schindellegi, Sergio Marchionne aveva un domicilio, ma la famiglia risiede nel cantone francofono di Vaud, vicino a Losanna, sul Lago di Ginevra. Difficile che i suoi cari scelgano proprio il luogo della sua agonia per celebrarne le esequie. Così restano aperte tutte le altre ipotesi, a cominciare dalla Svizzera Romanda o chissà. Di fatto, per ora, c' è la volontà di tenere una cerimonia in forma rigorosamente privata. In silenzio. di Cristiana Lodi