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Eugenio Scalfari: "Che cosa sono i leghisti", l'insulto a Matteo Salvini e ai suoi elettori

Davide Locano
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Ogni maledetta domenica, come da titolo del celebre film, sulle pagine di Repubblica ecco la lenzuolata firmata da Eugenio Scalfari. Il fondatore, oggi, si concentra su quello che definisce "il fragile patto di governo" e su un secondo tema del quale scrive da settimane, ossia la necessità di rifondare la sinistra. Colpisce, però, un passaggio che Scalfari riserva alla Lega e ai suoi elettori, introdotto da questa premessa: "Ognuno di noi, una volta raggiunta la maggiore età, ha diritto al voto. Può esercitarlo oppure no, il voto non è obbligatorio, infatti in tutti i paesi democratici una massa considerevole di persone non vota per sua libera decisione. Le cause sono spesso la tarda età, le malattie o un'indifferenza innata per la politica. Oppure l'assenza di partiti politici graditi ad una parte degli elettori". Ed eccoci al passaggio incriminato: "Evidentemente i razzisti della Lega e i populisti di Di Maio sono abbastanza graditi". Insomma, per Scalfari non ci sono dubbi: quelli della Lega sono "razzisti". Leggi anche: "Può essere la fine": il terrore di Scalfari

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