Vittorio Feltri a Matteo Salvini: "Autonomia, mantieni la promessa o vi bruciamo in due mesi"
L'anno scorso in ottobre veneti e lombardi votarono per sapere se le rispettive regioni erano o no favorevoli all'autonomia, e vinsero i sì in larga misura. Un referendum svoltosi secondo le regole il cui esito non lasciava dubbi: la suddetta autonomia dall'esecutivo pasticcione di Roma doveva essere urgentemente concessa. Trascorsi tredici mesi dal non trascurabile evento, il governo centrale non si è ancora deciso ad esaminare la spinosa questione. Conte tace e rinvia con uno stile che ricorda quello di Ponzio Pilato. La Lega, che pure è un pilastro della maggioranza, non si pronuncia, non preme affinché si passi dalle parole ai fatti, e il Movimento 5 Stelle non fiata perché se ne frega delle legittime aspirazioni del Nord. Risultato. Il plebiscito Lombardo Veneto è rimasto lettera morta. Domanda facile facile: a che serve consultare gli elettori se poi non si fa ciò che desiderano? Trattasi fin qui di una colossale presa per i fondelli. Leggi anche: Vittorio Feltri, la strepitosa "pernacchia" a Travaglio Ecco il motivo per cui ci appelliamo al ministro dell' Interno: deve intervenire con audacia affinché sia rispettata la volontà di coloro che hanno votato allo scopo di ottenere la possibilità di amministrare liberamente i propri soldi, recuperati attraverso le tasse, mediante criteri che rispettino le esigenze locali. Non è ammissibile che il referendum di oltre un anno fa, non venga tenuto in considerazione. Da notare che le urne furono mobilitate nel 2017 dal Carroccio, segno che era interessato a rendere autonome le due regioni trainanti del Settentrione, autentiche locomotive economiche dell' Italia. Per quale ragione adesso che esso è al governo si è dimenticato di realizzare le aspirazioni dei lombardi e dei veneti? Giusto che la Lega si occupi della Nazione e non solo del Nord, tuttavia non può scordare che nelle zone citate si produce più che altrove e, ciononostante, si continua a dissetare il fisco a vantaggio di chiunque tranne che del nostro. Matteo è bravo e lo ammiriamo, ascolta la gente e trascura spesso le beghe di Palazzo, ma proprio per questo gli chiediamo di rammentare il suo principale mandato: tutelare gli interessi legittimi dei suoi concittadini milanesi e dei loro cugini del Veneto. Pretendiamo l'autonomia. di Vittorio Feltri