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Matteo Salvini, l'avvertimento di Paolo Becchi: "Brutti segnali per la Lega. Cosa deve fare per vincere"

Giulio Bucchi
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Dai ballottaggi in Sicilia un "brutto segnale" per Matteo Salvini. Secondo Paolo Becchi il risultato in controtendenza del Movimento 5 Stelle (due vittorie in solitaria) e della Lega (due sconfitte, con Forza Italia che si allea con il Pd) rispetto alle ultime amministrative testimonia come "nel Meridione qualcosa non va nel modo in cui la Lega si è presentata". "Ha sbagliato soprattutto a farsi rappresentare da riciclati di altri partiti provenienti dalla vecchia politica - spiega il professore in un'intervista a Lospecialegiornale.it -, affidando la gestione delle elezioni a commissari provenienti dal nord, del tutto estranei al territorio, che hanno quindi finito con lasciare mano libera ai capetti locali". Il messaggio inviato dal Sud (anche con le contestazioni a Salvini che non sarebbero solo frutto dell'opposizione) secondo Becchi è chiaro: "La Lega non deve assolutamente illudersi di compensare l'eventuale perdita di consensi al Nord per un'azione di governo che non è vista con grande favore dal mondo imprenditoriale e dalle categorie produttive, con i voti del Sud. Questo test elettorale, seppur locale, non è da sottovalutare e spesso il voto in Sicilia ha preannunciato scenari nazionali".  Leggi anche: "La sinistra il tuo avversario?". Meloni, la risposta con cui fulmina Salvini Salvini è reduce dalla "sconfitta" sulle dimissioni di Armando Siri ("Ha tirato la corda ma alla fine si è dovuto piegare") è l'orizzonte è quello di una vittoria monca alle elezioni europee: "La Lega sarà sicuramente il primo partito, ma se resterà sotto il 30% non potrà cantare vittoria, mentre il M5s potrà vantarsi di aver frenato l'avanzata di Salvini", spiega Becchi, sottolineando come "il voto degli italiani è liquido, si disperde facilmente" soprattutto ora che "la battaglia sull'immigrazione che oggi non è più percepita come priorità". Urge, dunque, un cambio di strategia: "Sabato c'è in programma la kermesse della Lega a Milano e Salvini dovrebbe inventarsi un colpo a sorpresa, tipo far salire sul palco con lui Nigel Farage il leader sovranista inglese il cui partito, secondo un sondaggio del Guardian, viaggerebbe intorno al 34% candidandosi a diventare il primo in Gran Bretagna. Farage e Marine Le Pen possono fare la vera differenza in Europa, non gli altri gruppi e gruppetti ai quali guarda la Lega e il cui peso è ritenuto molto modesto". 

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