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Matteo Salvini e le tangenti, Vauro e Travaglio stavolta rischiano grosso: orrore in prima pagina

Giulio Bucchi
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Le manette scattate agli Arata per l'accusa di corruzione all'ex sottosegretario leghista Armando Siri sono l'occasione giusta per scatenare Marco Travaglio e il giustizialismo del Fatto quotidiano. Un giustizialismo, c'è da dire, tutto politico perché l'obiettivo non sono i due faccendieri né lo stesso Siri, ma Matteo Salvini.  Leggi anche: "Mi faccio schifo da solo, quindi...". Altra manganellata del Fatto su Salvini Basta dare un'occhiata alla vignetta di Vauro Senesi che campeggia al centro della prima pagina. Salvini, ritratto come un frate, ha in mano da una parte un rosario e dall'altra delle banconote, anzi delle mazzette, al grido di "Arata fratres" al posto della formula cristiana orate fratres. Una battuta e una vignetta a forte rischio querela, dal momento che neanche nei sogni più arditi dei grillini manettari, al momenti, l'indagine dei pm porta ad associare tangenti e Salvini. Solo la fervida e perfida fantasia del vignettista più sinistro d'Italia.

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