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Alessandro Sallusti contro Marco Travaglio: "Dio esiste e non vota M5s né legge il Fatto"

Caterina Spinelli
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"Marco Travaglio e i suoi amici moralisti e giustizialisti sponsor di questo governo tra Cinque Stelle e Pd saranno contenti". Inizia così la dura invettiva di Alessandro Sallusti: "L'assoluzione politica di Sozzani - immaginiamo fondata - per questo governo è più di un incidente di percorso e ben traccia il solco che divide e dividerà le anime di una maggioranza innaturale come la precedente e tenuta insieme dallo scotch dell'ipocrisia. Di Maio, Renzi e Zingaretti sono infatti quanto di più lontano tra di loro possa esistere in natura e in politica. Per un calcolo di puro potere, e di sopravvivenza, si ritrovano insieme al governo il Paese e a breve pure alleati nelle elezioni regionali in un disperato tentativo di evitare l'ulteriore ascesa del centrodestra". Leggi anche: Sallusti a Travglio: "Di Maio ha vinto le elezioni, ma perso la scommessa" Il direttore, nel suo editoriale sul Giornale, smaschera Pd e M5s, l'uno imbarazzato per l'altro" che alle Regionali tentano un'alleanza suicida proprio per (e qui è il paradosso) non morire. "Già a ottobre, in Umbria, Pd e Cinque Stelle sperimenteranno questo nuovo cartello elettorale ma siccome si vergognano gli uni degli altri lo faranno - almeno questa sembra essere l'intenzione - camuffati: via i simboli dei partiti, candidati governatori e assessori non politici ma tecnici, pescati dalla cosiddetta società civile. Questo trucco è la negazione stessa del fare politica, un'ammissione di incapacità e di inadeguatezza". Poi l'affondo che tira in ballo anche il sostenitore per eccellenza di questo esecutivo: "Vedere il governo Di Maio-Travaglio che nega ai magistrati l'arresto di un presunto corrotto è cosa che ci ripaga di tante sofferenze. È la prova che anche nei momenti più bui Dio esiste e non vota né Cinque Stelle né Pd (e neppure legge il Fatto Quotidiano)" conclude Sallusti contro i manettari grillini.

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