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Livia Pomodoro: il Fatto non la vuole ministro

Travaglio, vicedirettore del

Lucia Esposito
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Nella lista dei ministri papabili c'è anche, per la poltrona di via Arenula, il presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro. Ma per il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio la Pomodoro non va bene. In un articolo a firma Gianni Barbacetto e Sandra Rizza  pubblicato mercoledì' 19 febbraio si parla della "doppia vita" del magistrato che è anche donna di teatro. "Dal 2008 ogni sera, uscita dal suo grande ufficio del palazzo di giustizia, raggiunge lo Spazio Teatro No'hma, accoglie gli spettatori, va dietro le quinte, organizza la stagione e a volte sale sul palco diventando attrice: lo ha fatto tempo fa con una vistosa parrucca colorata".  Trattativa Stato-mafia - Ma non è per il teatro (passione coltivata anche da Marco Travaglio) che il Fatto "boccia" la Pomodoro come possibile ministro della Giustizia. E' per i suoi troppi "non ricordo" nel processo sulla trattativa Stato-mafia. Nei mesi cruciali delle stragi di mafia, nel 1993, Livia Pomodoro era capo di gabinetto dei ministri della giustizia Claudio Martelli e del suo successore Giovanni Conso. Il Fatto ricorda come nel 2002 sia stata sentita dal magistrato fiorentino Gabriele Chelazzi e poi dai pm palermitano che hanno indagato sulla trattativa Stato-mafia ma che alle domande ha sempre risposto con "Non ricordo". ora la Pomodoro è stata citata come teste nel processo sulla trattativa, il giornale di Travaglio ricorda che "deve riferire quanto a sua conoscenza nella qualità di capo di gabinetto del ministro della giustizia sulla vicenda della mancata proroga di oltre 300 decreti di 41 bis nel novembre del 1993".  L'articolo si conclude con una domanda: "CHissà se a testimonianare a Palermo, Livia Pomodoro ci andrà da Presidente del Tribunale o da ministro". 

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