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Maria Cristina Rota nelle chat di Luca Palamara, il lavoro dell'ex presidente dell'Anm per evitare la sua nomina a pm di Bergamo

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Le intercettazioni di Luca Palamara arrivano ovunque, anche a Maria Cristina Rota, il pm di Bergamo che ieri ha sentito Giuseppe Conte, Roberto Speranza e Luciana Lamorgese in merito alla mancata zona rossa di Nembro e Alzano. Due anni fa l'ex presidente dell'Anm ora indagato tentò in tutti i modi di bocciare la candidatura della Rota. Ma alla fine - come spiega Il Giornale -  ci volle un'alleanza inconsueta tra la corrente di sinistra, Area, e la destra di Magistratura Indipendente perché Palamara venisse messo in minoranza e la Rota venisse nominata procuratore aggiunto.

 

 

Il tutto, stando alle chat, ha inizio il 14 maggio 2018, quando il pm romano scrive con insistenza a Claudio Galoppi, consigliere Csm in quota MI e leader della corrente conservatrice. "Pat (sigla convenzionale per la carica di procuratore aggiunto) Bergamo, Pat Brescia, ne parliamo?", "Ok, ci vediamo nel pomeriggio", replica Galoppi. Poi si prosegue al 6 giugno, quando Palamara scrive ancora a Galoppi indicandogli per la procura bergamasca un candidato della sua corrente, Unicost. "È bravissimo!!". "Se lo dice un abile politico come te allora è vero", risponde Galoppi, A sua volta Palamara è però sotto pressione da parte del suo capocorrente in zona, il presidente del tribunale di Brescia Vittorio Masia che lo sommerge di messaggini perché sia a Bergamo che a Brescia vengano piazzati gli uomini di Unicost, "abbiamo due splendidi candidati, vediamo di non bruciarli". Ma alla fine a spuntarla ci fu la Rota. che il 12 settembre 2018 convinse il plenum del Consiglio superiore della magistratura.

 

 

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