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Klaus Davi contro la 'ndrangheta, riesce a far riaprire il caso dell'omicidio Gulli dopo 13 anni

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Ucciso davanti a decine di persone nel 2008. Il pentito Nino Gulli fu vittima di un agguato di 'ndrangheta in pieno giorno nel popoloso  quartiere "Modena" di Reggio Calabria. Dopo indagini forse un po' troppo frettolose, il delitto fini del dimenticatoio. Uno degli oltre 5,000 (si stima per difetto) omicidi di mafia non risolti dal dopo guerra ad oggi. Ci voleva un giornalista venuto dalla Svizzera, Klaus Davi, per riaccendere l'attenzione sulla triste vicenda. Sollecitato anche dalla famiglia della vittima, nell'aprile del  2020 in pieno lockdown il massmediologo inizia a lavorare ad una inchiesta sulla vicenda cui anche il programma Fatti e Misfatti di Paolo Liguori ha dato molto spazio. Davi si 'infiltra' nel mondo della 'Ndrine e ricostruisce l'episodio con indicazione di presunti mandanti ed esecutori. Ad aiutarlo in particolare un affiliato che lo mette sulla strada giusta.

Pochi mesi dopo il confidente di Davi si è pente e vuota il sacco  e nei giorni scorsi la Procura di Reggio Calabria ha reso noto un interrogatorio con il testimone che ha confermato quanto scritto da  Davi un anno prima. Una bella soddisfazione per il giornalista  che con molto anticipo  ha raccontato la storia assumendosi non pochi rischi, anche legali. "E' stata una grande soddisfazione che la Procura abbia sentito il Filocamo sulla vicenda del povero Gullì - commenta Davi -. Segno che è stato fatto un lavoro con rigore. Ringraziamenti? Nessuno. Ma mi basta la gratitudine delle figlie che in questi lunghi mesi mi hanno incitato ad andare avanti nella ricerca della verità. E da parte mia voglio ringraziare invece Paolo Liguori che ha sempre sostenuto le mie battaglie".

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