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Alberto Zangrillo, l'ultimo duro sfogo: "Long-Covid, ecco l'effetto collaterale più grave"

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Una due giorni molto polemica, quella del professor Alberto Zangrillo, il luminare e primario del San Raffaele di Milano, da sempre in prima linea nella battaglia contro il coronavirus. Eppure, secondo Zangrillo, ora si sta esagerando. Si esagera nel parlarne troppo, si esagera nel diffondere i dati del bollettino con toni allarmistici. E, come sempre, il professore dice la sua senza giri di parole, senza girarci attorno più di tanto.

 

E così, eccoci al suo ultimo sfogo, che piove ancora una volta sulla sua pagina social, laddove scrive: "La manifestazione più grave e pericolosa della long-Covid Sydrome è continuare a parlare sempre e solo di Covid-19", taglia corto, assai polemico. Come è noto, per "long-Covid" si intendono i problemi di salute a medio e lungo termine che permangono nei soggetti guariti dal virus, soprattutto in quelli che lo hanno avuto in modo fortemente sintomatico. E Zangrillo entra a gamba tesa nel dibattito, sostenendo come a suo giudizio il più grave degli effetti collaterali del long-Covid sia l'ossessione nel parlare esclusivamente, o quasi, della pandemia.

 

Le parole di Zangrillo sono arrivate a stretto giro di posta in seguito a quelle con cui ha messo nel mirino i bollettini. Il professore ha infatti postato su Facebook la tabella riassuntiva con tutti i dati del 7 agosto. Tabella commentata con queste, dure, parole: "Per gli Italiani responsabili e sani di mente, sotto quotidiano attacco mediatico, questi numeri non hanno alcun significato", ha tagliato corto. Un invito a non diffondere, o cavalcare, il bollettino. Un messaggio al ministro Roberto Speranza, che pur non viene citato. Insomma, da parte del professor Zangrillo, due sfoghi in rapida successione il cui messaggio di fondo è lo stesso: basta con il terrorismo-Covid.

 

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