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Controcorrente, Paolo Liguori: "Quasi tutto il mondo con lui", ciò che pochi ammettono su Putin

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Addio, Boris Johnson. Travolto dagli scandali e dalle dimissioni di massa degli esponenti del suo governo, il premier britannico ha sventolato bandiera bianca: dimissioni da leader di partito. E il Regno Unito, dunque, cambierà guida. Il tutto nel bel mezzo della guerra in Ucraina, conflitto in cui BoJo ha preso una posizione nettissima: costi quel che costi, sempre al fianco di Kiev fino a piegare la Russia di Vladimir Putin.

 

 

E ora, senza Johnson, che succede? Il tema viene affrontato a Controcorrente, il programma condotto da Veronica Gentili su Rete 4, dove tra gli ospiti figura Paolo Liguori, il direttore di TgCom24, che si spende in un ragionamento ficcante su tutta questa situazione.

"È qualcosa di diverso. La grande crisi dei leader occidentali c'è - premette -. Boris Johnson era la punta di lancia di una teoria che diceva: più saremo feroci contro Putin e tutti uniti più il mondo di Putin si sgretolerà. E praticamente Putin sarà costretto ad andarsene. Questa è stata la teoria iniziale su cui ci siamo basati, che ho sentito ripetere cento volte", ricorda Liguori.

 

 

E ancora: "Ma io non credo che fare la faccia feroce con un dittatore autarchico sia una buona cosa, essendo dittatori ed autarchici, vale pure per Erdogan, si rafforzano e non si isolano. Poi quest'isolamento di Putin l'abbiamo visto nel convegno dei Brics: ha quasi tutto il mondo con lui e noi stiamo dall'altra parte, molti di meno, almeno un terzo", conclude Paolo Liguori, manifestando tutte le sue preoccupazioni.

 

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