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Giulio Tremonti contro Mario Draghi: "Foto sul treno? Ridicola"

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Giulio Tremonti un fiume in piena. L'ex ministro delle Finanze si scaglia contro Mario Draghi. L'occasione? L'intervista all’Argentario del giornalista Angelo Polimeno sul tema "Tra Globalizzazione e de-globalizzazione". Primi tra tutti a finire nel mirino dell'economista, i "poteri forti", Banca centrale europea compresa. "Il pronto soccorso della Bce? È diventato una lungodegenza. Viviamo un’epoca in cui i governanti si inginocchiano ai banchieri centrali, Adenauer e Churchill l’avrebbero mai fatto?".

 

 

Da qui la contestazione nei confronti del premier uscente e, in particolare, della ormai celebre frase sul "bazooka" della Bce: "Quello di Draghi non fu whatever it takes bensì whatever mistakes", ossia qualsiasi errore sia commesso. Ma non è finita qui. Stando a quanto riportato dal Foglio, che ha descritto per filo e per segno l'intervista, Tremonti ne ha avute anche per il G7. Tutta colpa del comunicato finale. Lo stesso "che sembrava scritto da bambini, otto pagine sul gender fluid e quattro sull’Ucraina, per non parlare della foto a Fontana di Trevi…".

 

 

Altra batosta a Draghi. A chi gli ricorda del Pnrr, Tremonti replica: "Figlio di un mondo che non c’è più. E comunque fu merito del governo Conte, non di Draghi". E ancora: "Dal suo arrivo abbiamo assistito alla costruzione di una mitologia totalmente slegata dalla realtà. Beato quel paese che non ha bisogno di eroi, diceva il caro Brecht". Finita qui? Neanche per sogno. L'ex ministro non perdona il presidente del Consiglio per un altro gesto a suo dire discutibile: "Quella foto sul treno per Kiev, francamente ridicola. Adenauer non ci sarebbe andato, la Thatcher non sarebbe andata". 

 

 

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