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DiMartedì, la "bomba atomica" di Santoro: "Napolitano e il Pd..."

Quello ospite di Giovanni Floris a DiMartedì è un Michele Santoro senza peli sulla lingua. Nella puntata del 6 dicembre l'ex giornalista Rai non si risparmia sul Partito democratico, arrivando a dire che "le scelte del Pd da anni - adesso butto una bomba atomica - sono determinate dal presidente della Repubblica". E ancora: "I capi dello Stato, espressione dem, sono i veri leader del Pd". E i segretari? "Sono facenti funzione", tuona il giornalista mentre in studio controbatte Roberto Speranza: "Magari". Ma Santoro porta un esempio: "Quando Bersani si trovò nelle condizioni di andare alle elezioni, farsi eleggere e governare il Paese, non lo fece perché Napolitano lo dissuase".

 

 

Per il fu conduttore di Annozero "anche tutta questa linea Draghi è stata una linea di combinazione tra lui e Mattarella. La Meloni invece la politica se l'è fatta da sola". Gli affondi ai dem non finiscono qui, perché Santoro si rende protagonista di uno scontro con l'ex ministro della Salute. "La politica non è venire in televisione e raccontare le cose punto e basta. Questo congresso è un congresso aperto: chi vuole si candida", commenta Speranza.

 

 

A replicare ci pensa a quel punto il giornalista: "Le costituenti si eleggono, ora una costituente eletta dai circoli di partito non è una costituente. Ci rendiamo conto che stiamo dando alle sardine la funziona di quando non sappiamo che mangiare e apriamo la scatoletta di sardine. Ma dai". Finita qui? Neanche per sogno: "La costituente è fatta per chiunque vuole partecipare. In altri tempi Enrico Berlinguer - prosegue Speranza - disse: 'entrate e cambiateci'". "Ma era un grande partito, non una congrega di famiglie com'è il Pd. Ma come fa a paragonare il Pd al PCI di Berlinguer?", è la risposta al vetriolo di Santoro.

 

Qui l'osservazione di Santoro sul Pd a DiMartedì