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Gianni Agnelli? "L'unico uomo a cui ha riconosciuto la supremazia"

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Il rapporto tra Gianni Agnelli e Cuccia è leggendario. In questi giorni in cui ricorre l'anniversario del ventennale della scomparsa dell'Avvocato, anche Ferruccio De Bortoli sul Corriere ha voluto ricordare il rapporto tra Agnelli ed Enrico Cuccia: "Agnelli e Cuccia erano sì due monarchi, che votavano repubblicano (nel senso del Pri di Ugo e poi di Giorgio La Malfa), ma anche e soprattutto due grandi italiani, con un senso di responsabilità nei confronti del loro Paese. Pur tra errori e omissioni. Li unisce un’altra caratteristica. Se vogliamo negativa. Entrambi non si sono preoccupati di quello che si sarebbe detto di loro dopo. Non hanno lasciato memorie, scritti.



 

All’Avvocato (oggi gli contesterebbero il titolo) probabilmente piaceva, ma solo per il gusto della provocazione, una battuta di Oscar Wilde: "Perché dovrei curarmi dei posteri? Che cosa hanno fatto loro per me?". Ma di fatto lo stesso De Bortoli cita un'intervista di qualche giorno fa al cronista Jas Gawrosky che aveva ricordato proprio quel rapporto tra Agnelli e Cuccia svelando un retroscena: il banchiere era l'unico con cui Agnelli assumeva un atteggiamento di sudditanza: "Si stimavano moltissimo. Cuccia è forse l’unica persona a cui Agnelli riconoscesse una supremazia. Per il resto l’ho sempre visto confrontarsi alla pari con chiunque. Quando era segretario di Stato, era Kissinger a cercarlo per chiedergli consiglio, non viceversa. Aveva caldeggiato anche la possibilità che Agnelli diventasse ambasciatore a Washington". Una rivelazione che offre un aneddoto e un punto di vista diverso sull'avvocato finora rimasto nascosto nei cassetti dei ricordi.

 

 

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