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Michela Murgia, il marito: "Mai niente di sessuale, vi racconto il nostro rapporto"

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Lorenzo Terenzi, marito di Michela Murgia, sposata in articulo mortis poche settimane prima della scomparsa della morte della scrittrice sarda, racconta il loro legame speciale in una lunga intervista a Il Corriere della Sera. I due si sono incontrati "nel 2017 in Sardegna. Stava lavorando a ‘Quasi Grazia’, uno spettacolo teatrale tratto dal libro di Marcello Fois. Io ero stato chiamato all’ultimo come aiuto regista", rivela l’attore e regista 35enne. "Era la prima volta che Michela faceva teatro professionale e io mi occupavo tanto del training. Per fare bene il mestiere dell’attore devi entrare in contatto con parti molto profonde di te. Questo ci ha fatto legare. È stata generosissima fin dall’inizio. Siamo diventati subito amici, poi confidenti e, negli anni, ‘migliori amici’, come diceva".

 


"Più che una relazione", spiega Terenzi, la loro "era un’amicizia che ha continuato a fiorire nel tempo: siamo fioriti uno accanto all’altra. Non c’è mai stato niente di sessuale, era un’amicizia evoluta all’ennesima potenza. Poi lei ha avuto bisogno di me e mi ha chiesto di fare questa cosa che altrimenti non avrei mai fatto, perché non eravamo mai stati fidanzati, non c’era mai stato niente oltre all’essere fratello e sorella, due esseri umani che si erano incontrati in maniera profonda”.

 

 

Poi la proposta di matrimonio "più o meno verso Pasqua. Mi disse: ‘Probabilmente ho un’aspettativa di vita di 4 anni. Se tra qualche anno sei libero ti va di sposarmi? Così potrò avere vicino una persona di cui mi fido per farla decidere al posto mio’. Ho detto subito di sì. Poi il quadro clinico è cambiato e mi ha detto che dovevamo anticipare. Le ho chiesto se voleva fare solo una cosa burocratica da tenere tra di noi o se voleva raccontarla agli altri. Rispose che era meglio se lo raccontavamo noi, perché era un personaggio pubblico e bisognava tenere il polso della narrazione. L’ho toccato poi con mano: ogni suo post veniva decontestualizzato e privato del significato originario".
 

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