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Gino Cecchettin, la critica di Vittorio Feltri: "Mi spiace, ma dice boiate pazzesche"

 Gino Cecchettin

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Gino Cecchettin è diventato ormai l'idolo della sinistra e delle femministe per la sua lotta contro il patriarcato. Vittorio Feltri, pur comprendendo il suo dolore per la perdita della figlia Giulia uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta, rispondendo ad un lettore su Il Giornale che rimarca il fatto che in passato lo stesso Gino Cecchettin avesse scritto post sessisti sui social, scrive: "So di questi commenti che sarebbero stati fatti dal profilo social di Gino Cecchettin negli anni passati. Nessuno osa parlarne, in quanto ormai Gino ha quest’aura sacra. Non lo giudico per questo. È stato un atteggiamento goliardico, anche volgare, persino inopportuno, ma non definisce egli stesso come uomo". 

Però, prosegue Feltri, "è alquanto imbarazzante che il nuovo simbolo della sinistra nell’ambito della lotta al patriarcato (che non c’è) abbia sulla rete ciarlato di posizioni sessuali, sue performance personali tra le lenzuola, tanga, mani nelle mutande e roba simile". "Reputarlo una cattiva persona per questo trovo che sia estremo, anche ingiusto", sottolinea Feltri.

 

 

"A prescindere da questa condotta, io penso che Gino Cecchettin, così come sua figlia Elena, meritino comprensione e compassione per quello che stanno vivendo, ma non per questo meritano di diventare pensatori insindacabili che sentenziano sul maschio, sul patriarcato, sulla società, e così via".

Feltri contesta a Gino Cecchettin "l’espressione 'la mia donna'" sia "pericolosa", "sintomatica magari di una personalità tendente al possesso, al
dominio, all’omicidio addirittura". Piuttosto, è una "espressione tenera, carica di amore". Ormai, "viviamo con il terrore di essere fraintesi, accusati, travisati. Questa paura si traduce in un congelamento dei rapporti tra uomo e donna" ma "gli amanti da sempre si appartengono e desiderano appartenersi, questa si chiama 'passione', componente essenziale dell’amore romantico". 

 

 

In questo senso, prosegue Feltri, "Gino Cecchettin non mi sembra esperto di sentimenti. Ma viene applaudito e glorificato per certe dichiarazioni che nessuno osa contestare, nonostante siano boiate pazzesche", un "concentrato di frasi-fatte". Eppure, conclude, "egli incarna un modello, il modello antipatriarcale, il modello positivo di mascolinità, da emulare, da prendere come esempio. Anche se non ne comprendiamo affatto il perché" e "un lutto atroce non è motivazione sufficiente".

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