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Vittorio Feltri: "Provo pena per Giulia Cecchettin ma i suoi familiari hanno rotto le balle"

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Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha colpito tutti. Poteva essere la figlia, la sorella, di tutti noi. "La ragazza uccisa, Giulia, non riesco a dimenticarla, provo una pena infinita", scrive Vittorio Feltri in un post pubblicato sul suo profilo Twitter, in cui aggiunge "ma le chiacchiere dei suoi familiari e della sinistra mi hanno rotto le balle".

Sempre il direttore editoriale de Il Giornale, rispondendo alle lettere dei lettori, sostiene che combattere la violenza sulle donne è giusto ma "non comprendo perché elevare a guru nazionale" Gino Cecchettin, il padre della ragazza uccisa, appunto. Secondo Vittorio Feltri rispetto a questa tragedia c'è una "ossessione mediatica" che è "insana, come dimostra, ad esempio, la prima pagina del quotidiano Repubblica di qualche giorno fa, che recava la fotografia della cameretta di Giulia, il titolo era: Nella stanza di Giulia". "È come se si trattasse di una diva di Hollywood e il paparazzo fosse riuscito ad introdursi in casa sua", osserva ancora il direttore.

 

 

E non è nemmeno d'accordo con Elena Cecchettin, che "attribuisce la responsabilltà della morte della sorella al patriarcato, allo Stato, al governo e sostiene che il fischio per strada sia una sorta di preludio del femminicidio". Conclude Feltri: "Non posso fare a meno di notare che i componenti di questa famiglia hanno dato prova di una capacità straordinaria di fare, per di più da subito, di un lutto una occasione per cambiare vita e carriera, per reinventarsi, per proporsi e per candidarsi alla copertura di ruoli attinenti alla politica".

 

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