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Luca Bottura, quell'intellettuale progressista che rovina i tortelloni

Maurizio Zottarelli
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In fondo, a guardar bene, quella della Befana sembrerebbe la festa perfetta per un certo bel mondo: la vecchina con le scarpe rotte, ma tanto buon gusto, il sapore della tradizione che sa di cucina della nonna, ma è ormai sufficientemente emancipata da cascami religiosi, oltre che consumistici, che invece insistono ad ammorbare il Natale e quel Bambinello... Insomma il giorno ideale per andare in trattoria, una di quelle giuste, popolari, ma raffinate. Questo deve aver pensato Luca Bottura, giornalista e scrittore dalla penna preziosa e dal pensiero sciccoso.

«Volevo portare mia figlia a mangiare una pasta in una vecchia osteria del centro di Bologna», ci fa sapere con un tweet su X. Una di quelle osterie «con le tovaglie a scacchi bianchi e rossi, servizio alla buona, quel bel clima da via Paolo Fabbri 43» (notate la sottile allusione al luogo, buona per l’intenditore che sa di cosa si tratta). Ed ecco che: «Due tortelloni e una bottiglia di acqua filtrata, 37 euro. Spero che fallisca Ryanair e dobbiate cercarvi un lavoro vero».

 

 

Confessiamo che noi, omuncoli della suburra, ci abbiamo messo un po’ a cogliere il nesso tra i tortelloni e Ryanair. Poi l’illuminazione: tutta colpa dell’homo vulgaris turisticus, che viaggia inlow cost (ma non girava in corriera e con i panini al sacco?) e pretende di affollare i luoghi della memoria di chi sa e conosce la bellezza da sempre; e tuttavia, pur non sapendo, insozza ogni incanto con la sua trivialità e ti costringe pure a pagare 37 euro per due tortelloni. E, non contento, poi ti insulta sui social. Maledetti gitanti da fast food. E pure meloniani, tiè!

 

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