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Otto e Mezzo, Bocchino smentisce la sinistra: "Ranucci ne è la prova vivente"

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"Le dimissioni di Vittorio Sgarbi? Ha fatto quasi tutto da solo". Sigfrido Ranucci torna sul caso di cui si è occupato a Report, ma lo fa non in Rai bensì su La7. Accade a Otto e Mezzo nella puntata di lunedì 5 febbraio: "Ora comincerà un'agonia, una lunga trattativa, perché Sgarbi continua a fare Sgarbi". Per Ranucci "Sgarbi starebbe lavorando a un suo simbolo, un suo partito per le Europee".

"Qualcuno del governo ha ringraziato dato che con la tua inchiesta hai tolto a Meloni l'impaccio?", incalza Lilli Gruber mentre Ranucci risponde subito: "Accolgo il silenzio come un segnale di ringraziamento". Poi la parola passa a Italo Bocchino, che smentisce la tesi di sinistra sul rapporto difficile tra centrodestra e stampa: "Nessuna ossessione in questo caso - tuona -. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è stato bravissimo. Dopo la lettera anonima dell'Antitrust, ha fatto il suo dovere". 

 

 

Ma Ranucci ancora una volta non la pensa così: "Non è un bel momento per la stampa, non parlo di mancata libertà di stampa, ma per la mia esperienza personale in questa stagione... Tanti politici hanno querelato i giornalisti. In ogni caso fino ad ora ho la fedina penale pulita. Sicuramente ci viene esercitata della pressione. Accanimento nei confronti del centrodestra? Nell'anno della pandemia abbiamo fatto inchieste su Conte e Speranza, questo per testimoniare che Report è indipendente". Da qui la stoccata di Bocchino: "Ranucci è la prova vivente che c'è un'elevata libertà". 

 

 

 

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