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Gino Cecchettin sotto accusa per il libro, la rabbia di Crepet: "Disgustoso"

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Sta facendo discutere la scelta di Gino Cecchettin di scrivere un libro sulla figlia Giulia, uccisa a 22 anni dall'ex fidanzato Filippo Turetta. L'uomo ha deciso di riportare la tremenda esperienza all'interno di un'opera in uscita nelle librerie il 5 marzo. Quanto è bastato a scatenare gli immancabili odiatori seriali, ai quali ha pensato però Paolo Crepet. Il volume "immagino sia un modo per elaborare il lutto. Per cercare di rompere quel senso di isolamento che, inevitabilmente, si crea dopo un funerale", ha detto lo psichiatra in un'intervista al Messaggero Veneto.

Per Crepet, infatti, "Gino è solo e fa i conti con un mondo orrendo, che sembra non essersi accorto di Giulia". Il sospetto - ha proseguito - è che "nella vicenda di Giulia siano entrati più aspetti. Da un lato, il legittimo urlo contro la violenza; dall’altro, tanto voyeurismo". Questo porta a pensa che il libro avrà quelle che il sociologo ha definito "due platee polarizzate". Ossia, "chi vorrà confortarsi con la parola di un uomo che ha sofferto tanto, e chi spera di leggere qualche dettaglio che gli era sfuggito, per guardare dal buco della serratura".

 

 

Ma sulle accuse di una presunta ricerca di visibilità da parte del padre della 22enne, Crepet ha perso le staffe: "È semplicemente disgustoso. Bisogna essere perversi per manifestare un pensiero così torbido. Nessuno ha il diritto di dire certe cose. Rispettiamo un uomo che ha sofferto e sta soffrendo. Chi dice queste cose è uno squallido influencer, perché soltanto una persona che utilizza qualsiasi mezzo per farsi pubblicità può pensare che un altro lo faccia. E questa è la parte più vomitevole dei social; perché, se non ci fossero, queste rimarrebbero quattro chiacchiere al bar".

 

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