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"Meloni neonazista". Luciano Canfora in tribunale a Bari: caos fuori

 Luciano Canfora

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La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio del professor Luciano Canfora durante l’udienza pre-dibattimentale del processo davanti al giudice monocratico della seconda sezione penale del Tribunale. Lo storico e filologo è accusato di diffamazione per aver dato della "neonazista" a Giorgia Meloni - che allora non era premier ma solo leader di Fdi - durante un convegno in una scuola mentre parlava della guerra in Ucraina.

L'avvocato di Canfora, Michele Laforgia, ha depositato una memoria e ha chiesto il ’non luogo a procedere'. "Noi abbiamo chiesto il ’non luogo a procedere' - ha spiegato ai giornalisti fuori dal tribunale - perché il fatto non sussiste, o perché non costituisce reato o perché non punibile per esercizio del diritto di critica, in particolare del diritto di critica politica". Come prevede la legge il dispositivo può essere o di ’non luogo a procedere', appunto, oppure si fisserà l’inizio del dibattimento, davanti a un altro giudice, nel quale si svolgerà il processo vero e proprio. 

Il presidente del Consiglio Meloni, rappresentata dall'avvocato Luca Libra, si è costituita parte civile. Stando a quanto si apprende, nell’istanza di costituzione di parte civile, è contenuta una richiesta di risarcimento dei danni, in caso di condanna, pari a 20mila euro.  

 

Al suo arrivo in tribunale ad accogliere Canfora c'era un gruppo di manifestanti e sostenitori, di Anpi, Cgil, Cambiare Rotta, Link. Il professore da Corrado Formigli a Piazzapulita, su La7, aveva fatto marcia indietro. Senza scusarsi per quell'accusa al premier ha detto che non la avrebbe sottoscritta: "Se lo ripeterei? Rispondo col grande pensatore greco Eraclito: nessuno può tuffarsi due volte nello stesso fiume".

 

 

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