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Franco Di Mare contro la Rai, il tumore e lo stato di servizio negato: cosa emerge

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Dopo le accuse, qualcosa in Rai si starebbe muovendo. Si parla del caso sollevato da Franco Di Mare, che in diretta a Che tempo che fa di Fabio Fazio su Nove domenica 28 aprile e oggi in un'intervista al Corriere della Sera ha parlato della malattia che lo ha colpito, un mesotelioma che avrebbe contratto nel corso delle sue missioni di guerra entrando in contato con l'amianto. 

Di Mare si è scagliato contro i vertici Rai, riferendosi in modo chiaro alle "precedenti gestioni" della tv di Stato. L'accusa del giornalista, nel dettaglio, riguarda il fatto che la Rai non avrebbe dato seguito alle sue richieste di ottenere il cosiddetto "stato di servizio", ossia la certificazione delle missioni effettuate in base alla quale ricostruire la diagnosi e chiedere eventuali danni.

Stando alla prima parziale ricostruzione della vicenda proposta dal Corriere della Sera, risulterebbe che Franco Salini, ad Rai dal 2018 al 2021, fosse a conoscenza del caso e potrebbe aver lasciato la pratica al suo successore. Nel 2021 Di Mare, andato in pensione, su Rai 3 conduceva Frontiere, che ha continuato a condurre fino al maggio 2023. A quel punto l'allora ad Carlo Fuortes avrebbe girato la questione agli uffici di competenza, senza risultati.

 

Stando alle indiscrezioni, Roberto Sergio e Giampaolo Rossi - attuali ad e dg di Viale Mazzini - avrebbero assicurato la loro massima disponibilità nel risolvere il caso-Di Mare. Sempre il Corsera, però, aggiunge che la pratica relativa al caso del conduttore colpito da un tumore che lo stesso Di Mare ha definito "terminale" avrebbe superato la fase di competenza Rai e si sarebbe arenata all'Inail, ente che dovrebbe certificare il nesso di causa tra le trasferte e il cancro. SUllo sfondo anche una richiesta di transazione avanzata dai legali di Di Mare proprio nei confronti della Rai, che sarebbe stata sospesa dalla tv pubblica in attesa proprio della certificazione Inail, fondamentale per sbloccare qualsiasi liquidazione senza rischi di incorrere in un possibile danno erariale.

 

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