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Sorelle spaiate, Lucia Esposito e un legame che sfida la morte

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Preparatevi. Vi serviranno the e caffè, camomilla e tranquillanti, perché andrete avanti, avanti e ancora avanti. Fino all’ultima riga. Preparatevi. Per superare la fine del romanzo che Lucia Esposito ha scritto dopo quasi trent’anni di attesa. Preparatevi. Alle vite parallele, ai diari incrociati, ai destini intrecciati, alle lettere mai spedite delle Sorelle spaiate. Preparatevi. A una storia vera.

Il pre-testo di ogni storia vera è un precetto: i cronisti non rinunciano al «chiodo», per appendere il quadro del racconto devi vedere, perché inventare è «tradire» il primo comandamento («amerai la cronaca sopra ogni cosa»). La violazione del codice interiore è un furto con scasso degli intellettuali che sulle loro meschine bugie ci marciano, ma un reporter non se lo può permettere, dietro l’angolo c’è il rimorso per sempre. Da qui comincia la storia della prima sorella di noi tutti, Viola, dal trip del giornalismo, dai fatti scartavetrati sulla carta. Ieri, oggi, domani. Prima di Sorelle spaiate, c’è una sequenza di combinazioni, treni in partenza e in arrivo, il destino che gioca a dadi, il «c’era una volta» (...)

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