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Bollito, la parola della settimana (di Biden)

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Massimo Arcangeli
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Le uniche due persone che potrebbero avere qualche chance per convincerlo a ritirarsi dalle presidenziali sono la moglie Jill e la sorella Valerie, che ha avuto un ruolo di spicco in tutte le sue campagne (presidenziali e non), ma Joe il bollito – come già scherzosamente ribattezzato in un redazionale dell’“Huffpost” del 4 settembre 2023 – non sembra avere al momento alcuna intenzione di rinunciare a ricandidarsi alla Casa Bianca.

Dovrebbe invece abbandonare il campo, perché il presidente americano in carica, che ha pur provato a recuperare il giorno dopo in un appassionato comizio a Raleigh (North Carolina), è uscito malconcio dal confronto televisivo di giovedì scorso con Donald Trump ad Atlanta: parole storpiate, balbettamenti ed esitazioni, il filo del discorso smarrito, frasi pronunciate sottovoce o a mezza bocca, argomenti di conversazione triti o precotti, commenti inconsistenti o imbarazzanti, lo sguardo perso nel vuoto e la bocca spalancata... Terribili, in particolare, i primi 20 minuti e rotti della sua performance, al punto da indurre a un certo punto l’avversario a sostenere di non sapere davvero cosa il presidente avesse detto alla fine della sua frase precedente, e di credere che neanche Biden lo sapesse.

Esaurito, distrutto, stremato, oppure stordito, rincitrullito, inebetito. Sono alcuni sinonimi di bollito in un significato – in parte condiviso da cotto e da lesso – di uso, in partenza, soprattutto giovanile: «Cazzo state a intervenire che è venerdì sera e siamo tutti bolliti» (Livio Romano, Mistandivò, 2001); «Lancia il mozzicone facendo il pelo a un bollito che se la ronfa» (Sandrone Dazieri, La cura del gorilla, 2013). Soprattutto, non esclusivamente. Walter Mazzarri, in un libro scritto col giornalista Alessandro Alciato: «oltre al calcio ho mille interessi vivi, non da anzianotto bollito, (...) non mi vedrete mai con una canna da pesca in mano, fermo, rimbambito a fissare il mare senza reagire. (...) Alleno ad alti livelli, su questo non si discute. Anche se so che il conto alla rovescia è partito» (Il meglio deve ancora venire, 2013). Un allenatore allora poco più che cinquantenne. Capito, Joe?

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