Elon Musk e il saluto romano, Elon Musk ed il sostegno ai repubblicani di Trump, Elon Musk e la normalizzazione di partiti di estrema destra. Chi lavora con lui, però, di che orientamento è?
Prova a dare una spiegazione Federico Rampini, editorialista del Corriere della Sera e ospite di Piazzapulita, programma di approfondimento politico di La7, condotto da Corrado Formigli. “I CEO delle big tech? Ora vogliono ciò che volevano e davano quattro anni fa a Biden. Erano tutti schierati a sinistra, tutti dall'altra parte con Biden e nessuno ci trovava nulla di strano. Kamala Harris ha fatto la sua carriera politica con i miliardi della silicon valley, è una creatura politica di big tech della silicon valley. Adesso scopriamo di colpo l'oligarchia, perché di colpo sono saltati sul carro del vincitore”.
Rampini, poi, ricorda anche il passato a sinistra di Musk: “Non mi fate rifare la storia di quanto Musk fosse amico di Obama o di come un altro presidente democratico, Bill Clinton, aveva messo a dirigere il ministero del Tesoro il capo di Goldman Sachs, cioè Robert Rubin, con conseguenze disastrose sulla deregulation finanziaria. La crisi del 2008 è figlia anche della deregulation dei derivati firmata da Bob Rubin, segretario al tesoro di Clinton”.
Quindi anche Tito Boeri dice la sua: “Anche Trump ha rinnegato gli accordi che avevano sottoscritto gli USA sulla minimum global tax, sui capitali. Poca cosa, ma ponevano un livello di tassazione minimale dei profitti. Trump ora vuole abbassare la tassazione dei profitti negli Usa al di sotto del livello concordato globalmente. Ha attaccato duramente anche l'Europa per le misure che ha preso sui giganti del web, per il loro comportamento anti concorrenziale, e ha chiesto apertamente alla Commissione europea, con toni molto aggressivi, di rimuovere queste sanzioni, quindi c'è questo atteggiamento che va ben al di là. Le politiche che Trump aveva condotto nella prima esperienza erano già a favore dei redditi più alti”.