Marco Rizzo conquista Mauro Corona. Tutto vero. Il candidato alla presidenza della Regione Veneto in solitaria con la sua Dsp, Democrazia Sovrana Popolare, trova un supporter nello scrittore. Non a caso, Rizzo era accompagnato proprio da Corona nella presentazione della sua proposta a Belluno: "Io e Mauro amiamo la montagna veneta dove diminuiscono servizi e sanità per colpa di chi preferisce spendere per i carri armati – ha detto il candidato -. La mia conoscenza con Mauro Corona è di lunga data. Entrambi abbiamo in comune l’amore per la montagna e la battaglia contro lo spopolamento di queste zone. Del resto, io sono un Alpino, Mauro è un uomo della Montagna. Il binomio è davvero impagabile".
Per Rizzo "in Veneto si è stanchi di destra e sinistra che non mantengono le promesse, lo slogan della nostra campagna è 'Faremo quello che diciamo'. Ed è una regione-paradigma: agricoltori bistrattati dalla Ue e Pmi piegate da dazi, costo dell’energia, immigrazione incontrollata e le contraddizioni enormi della Lega. Voglio ringraziare pubblicamente Fabrizio Boron, capogruppo dei comuni del Veneto per l’autonomia che, con pratica democratica, ci ha consentito di presentare la lista come previsto dalla legislazione della Regione Veneto".
Nella sua corsa Rizzo è sostenuto dai candidati consiglieri della lista di Belluno composta da: Monica Finco. Giuliano Donadon. Patrizia Caproni e Luca Zerbio. Tra i principali obiettivi? Preservare il paesaggio storico, umano e naturale del Veneto. Per questo "abbiamo ideato un piano pubblico di manutenzione straordinaria del territorio affidato agli agricoltori con azzeramento Imu dei territori agricoli. Proteggeremo il paesaggio anche da pale eoliche e fotovoltaico, valorizzeremo il settore primario locale e adotteremo serie politiche contro lo spopolamento di montagna e campagna. La nostra - aveva spiegato - sarà una ricostruzione materiale e immateriale, di un Veneto per troppo tempo sotto scacco dei giochi politici romani, due fabbriche di formazione del consenso capeggiate da Meloni e Schlein, impegnate a fingere di litigare mentre s'inchinano all'Ue e alle banche, contro i veneti".