CATEGORIE

"È ipocrita la sinistra che si dice sorpresa per i soldi ad Hamas"

di Elisa Calessi martedì 30 dicembre 2025

5' di lettura

Dimostrarsi «sorpresi» perché i soldi raccolti dalle organizzazioni palestinesi in Italia siano finiti nelle mani di Hamas, come testimonia l’inchiesta che ha portato all’arresto di Mohammad Hannoun, «è ipocrisia», dice con la sua solita nettezza Claudio Petruccioli, senatore e deputato del Pci, Pds, Ds, Ulivo, voce cristallina della sinistra liberale, erede di quella tradizione che si chiamava migliorista. Quanto al ragionamento di chi, nel Pd, sostiene che per vincere basta portare al voto «i nostri», «lo dicevano», osserva, «anche alla fine della Repubblica di Weimar» ed è il modo «per far vincere i nemici della democrazia liberale». Riguardo al campo largo, che lo guidi Schlein o Conte, «è destinato a perdere».

Claudio Petruccioli, partiamo dalla fatica - nel Pd, nel M5S, in Avs - a dire qualcosa sull’arresto di Mohammad Hannoun, capo dei palestinesi in Italia.
«Mi sembra che ci sia un imbarazzo che rivela una falsa coscienza. La magistratura faccia il suo lavoro, ma manifestare sorpresa per il fatto che i soldi raccolti dai palestinesi o da organizzazioni palestinesi apparentemente umanitarie e inviati in Palestina o ad organi di governo notoriamente in mano ad Hamas, siano finiti nelle mani di Hamas, è una ipocrisia. Questo vale anche per i soldi dati da Stati europei o addirittura da organizzazioni sovranazionali come l'Onu».

Hannoun, "Hamas dietro Flotilla": le carte che hanno svelato tutto

Quando si dice “mettere le mani avanti”. Oppure, ricorrendo a uno dei più noti proverbi latini mediev...

I magistrati parlano anche di legami certificati con la Flotilla. Abbiamo un problema a sinistra sulla causa palestinese?
«Il problema va imputato ai politici di quarta e quinta categoria che ci sono oggi a sinistra. E poi di quale sinistra parliamo? Definire i Cinquestelle di sinistra è assai azzardato. Parliamo di Avs, che è una sinistra estremista? Certo il Pd, con Schlein, sembra voler dimostrare di essere di sinistra, inseguendo questi segmenti. Ma la sinistra, per fortuna, non è solo questo. Io sono stato nel Pci dal 1958 fino al 1989, ma il Pci o anche il Psi, in un certo periodo, non sono mai stati contro Israele. Anzi, lo Stato di Israele si fece con il sostegno dell'Unione sovietica. Io nel 1960 divenni segretario del Circolo universitario comunista di Roma. Avevamo 400 iscritti e molti erano ebrei. Ci fu un momento di difficoltà nei rapporti tra Pci e mondo ebraico durante la Guerra dei sei giorni (combattuta dal 5 al 10 giugno 1967 tra Israele e una coalizione di Stati arabi, ndr), ma nei decenni successivi i rapporti furono recuperati. La posizione era quella dei due Popoli, due Stati, come del resto è adesso a parole. Perché se poi si partecipa a manifestazioni in cui si grida “dal fiume al mare, Palestina libera”, significa che si vuole cancellare lo Stato di Israele. L’antisemitismo di una certa sinistra è una questione di adesso».

Ne sa qualcosa Graziano Delrio bacchettato dai vertici del Pd per una proposta di legge contro l’antisemitismo. Cosa ne pensa?
«Non entro nel merito, ma non ho dubbi che ci sia la necessità politica e legislativa di prendere atto che nel mondo, Italia compresa, siamo di fronte a una ripresa molto preoccupante dell’antisemitismo. Basti pensare a Emanuele Fiano che non è stato fatto parlare in una università. Fatto vergognoso».

Lei ha detto che, così com’è, il cosiddetto campo largo è destinato a perdere. Perché?
«Perché il Pd era stato pensato come il baricentro, il punto di equilibrio, di un’alleanza più larga. Da quando c’è Schlein, il Pd non fa che inseguire quelli che ritiene necessari per vincere dal punto di vista numerico: i Cinquestelle, nati per mettere in discussione il Pd, e Avs che raccoglie tutti gli ex gruppettari degli ultimi trent’anni. Per almeno una parte degli elettori che non sono di destra e voterebbero volentieri per una proposta alternativa, il quadro non è in equilibiro. Una sinistra come quella attuale, non è di governo. Dall’altra parte, invece, Giorgia Meloni sembra aver capito che la destra di governo deve essere apprezzata da una maggioranza di elettori che vogliono essere governati nel mondo di oggi. Da questo punto di vista, ho letto con piacere il contributo di Lodovico Festa sul vostro giornale che propone un patto bipartisan. Oggi i sistemi democratico-liberali sono messi sotto attacco non solo da autarchie orientali ma anche dall'altra parte dell’Atlantico. Servirebbe un impegno forte, sia a destra sia a sinistra, affinché prevalgano le forze che vogliono difendere la democrazia liberale».

Nel Pd, invece, va forte un altro ragionamento: “Visto che a votare sono sempre in meno, per vincere bisogna portare a votare i nostri, quindi bisogna radicalizzare il messaggio”. La convince?
«Se questi strateghi leggessero qualche libro sulla Repubblica di Weimar, scoprirebbero che questo ragionamento accomunava nazisti, comunisti e socialdemocratici. Questo è il modo per far vincere, di qua e di là, i nemici della democrazia liberale. Questi strateghi non si pongono il problema che l’aumento dell’astensione sia dovuto a elettori che rifiutano questa politica. E dovrebbero chiedersi perché. Alcune persone uscirono qualche anno fa dal Pd dicendo che si era spostato troppo a destra. Ricordo Bersani dire che bisognava andare nel bosco a riprendere gli elettori delusi. Quando poi si sono presentati alle elezioni, si è scoperto che gli elettori dispersi nel bosco non c’erano....».

Eppure Schlein, internamente, è sempre più forte. Come se lo spiega?
«Perché il Pd ormai ha smesso di fare politica. È un aggregato di personale politico odi apparato, che lavora nelle istituzioni e quindi prevalgono problemi di carattere burocratico o di carriera personale, rispetto al dibattito sulle scelte politiche. Basti pensare che in un anno la direzione del Pd si è riunita due volte senza peraltro fare alcun dibattito o che si è tenuto un referendum, ma non si è mai discusso dei risultati».

Come finirà la disputa sulla leadership? Il candidato premier sarà Elly Schlein, Giuseppe Conte o un terzo?
«Non lo so, ma che vinca Schlein, Conte o un altro ai fini di un elettore che deve decidere se votare o no questo centrosinistra, non cambia nulla. La frittata è fatta».

In che senso?
«È sempre più evidente che, chiunque vinca, l’altro gli metterà i bastoni fra le ruote per rendere evidente che lui o lei sarebbero stati migliori per guidare il governo. Basta questo a chiarire che non c'è una coalizione affidabile».

Si parla anche di Gaetano Manfredi.
«Non lo conosco, né l’ho mai incontrato».

Silvia Salis? Potrebbe essere la nuova anti-Meloni, se nel 2027 il campo progressista perdesse?
«Non la conosco, dicono che sta facendo bene il sindaco e lei stessa ha detto che non parteciperà alle primarie. Io ho 84 anni, il prossimo marzo ne compio 85. Se nel 2027 rivince la destra, consentitemi di staccare la spina».

"La Meloni parla di te". I dialoghi a casa Hannoun: le intercettazioni

C’è una data che torna come una cicatrice, nelle carte dell’inchiesta sui fondi italiani ad Hamas: 18...

tag
hannoun
hamas
claudio petruccioli

Che imbarazzo Hannoun, Schlein muta. Conte parla, ma...

L'operazione Hannoun, le perquisizioni della polizia nelle città italiane

A L'aria che tira Hannoun, Claudia Fusani dà una lezione alla sinistra: "Neanche un centesimo"

Ti potrebbero interessare

Hannoun, Schlein muta. Conte parla, ma...

Redazione

Hannoun, le perquisizioni della polizia nelle città italiane

Redazione

Hannoun, Claudia Fusani dà una lezione alla sinistra: "Neanche un centesimo"

Redazione

"Elly non può battere Meloni": coltellata dal cuore del Pd

Redazione

Imam Torino, la Corte d'Appello conferma il "no" all'allontanamento: resta in Italia

La Corte di appello di Caltanissetta ha confermato il "no" all'allontanamento immediato dall'Italia di...
Redazione

Hannoun, Claudia Fusani dà una lezione alla sinistra: "Neanche un centesimo"

Claudia Fusani, ospite a L'Aria che tira su La7, ha dato una bella lezione alla sinistra che fino a ieri si faceva f...
Redazione

Donald Trump, Alan Friedman senza vergogna: "Un narcisista, vuole solo fare soldi"

Il mondo è in attesa dei nuovi sviluppi del piano di pace tra Russia e Ucraina, quello che dovrebbe porre fine al...
Redazione

Ilaria Salis, "soffia forte il vento": come si copre di ridicolo su Hannoun

Se non fosse Ilaria Salis, qualcuno parlerebbe pure di "garantismo". Ma il soggetto è noto, così...