Danno lo stop al nucleare, ma nell’ultimo anno i tedeschi hanno raggiunto i livelli massimi di emissioni visto che, assieme all’energia rinnovabile, hanno deciso di abbracciare il carbone. Un ambientalismo molto sui generis, molto particolare e alquanto originale. Ma torniamo ai fatti: dopo 62 anni di attività (la prima centrale inaugurata fu quella di Kahl in Baviera nel 1960) ieri notte la Germania ha dato il definitivo addio all’atomo. Proprio nelle scorse ore, Berlino ha infatti deciso di staccare dalla rete elettrica gli ultimi tre impianti. Due dei quali avrebbero dovuti essere spenti già l’anno passato, ma a causa della crisi dell’energia dovuta ai provvedimenti presi per limitare l’export di gas e petrolio dalla Russia, il governo aveva deciso di estenderne il funzionamento almeno per tutto l’inverno.
TUTTO INIZIÒ CON FUKUSHIMA
«I rischi associati all’energia nucleare sono decisamente incontrollabili» ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente Steffi Lemke. E se il cancellierie tedesco Olaf Scholz è stato l’esecutore finale dell’era del nucleare civile nel Paese, in realtà, la decisione di chiudere le centrali fu firmata, nel 2011, da Angela Merkel dopo anni di pressioni da parte del fronte ecologista. L’evento scatenante che decise l’inizio della fine del nucleare fu il disastro nucleare di Fukushima (Giappone) che provocò un’ondata di proteste, culminata con una maxi manifestazione antinucleare a cui presero parte 250mila persone. Merkel ascoltò la piazza, e nel maggio di quell’anno decretò lo spegnimento di tutti gli impianti del Paese. E così dal 2003, la Germania ha chiuso 16 reattori delle 32 centrali complessive. Bene perla Germania dirà qualcuno anche se, nel Paese non sono tutti d’accordo con la scelta intrapresa. Se ieri, a Berlino, c’era chi ha festeggiato davanti alla Porta di Brandeburgo, altri invece protestavo ritenendo la scelta dell’addio all’energia atomica strategicamente sbagliata e perfino anti-ecologica. E già come contraddire i contrari alla definitiva chiusura dei reattori visti i numeri delle emissione che la locomotiva d’Europa ha toccato nel 2022?
VERDI A CORRENTE ALTERNATA
Nell’ultimo anno la Germania da un lato ha toccato il nuovo record assoluto di generazione di elettricità pulita con 248 TWh, il 10% in più rispetto al 2021. La voce maggiore è legata all’eolico che ha generato 126 TWh ma è stato soprattutto il solare a crescere del 23% in soli 12 mesi. Non è un mistero che i teutonici vogliano d’ora in avanti scommettere fortemente sulle rinnovabili, ma nel contempo hanno iniziato ad abbracciare il carbon fossile e a ricorrere nuovamente alle centrali a carbone hanno fatto notare gli scettici. E questa scelta ovviamente ha portato a un rapido incremento delle emissioni di Co2. A tal punto che, nel anno chiusosi da qualche mese, le emissioni sono rimaste stabili a 761 milioni di tonnellate. E i gas serra sono saliti per la prima volta da anni raggiungendo i 255 milioni di tonnellate, circa 8 milioni in più rispetto al 2021. A crescere in modo significativo è stata la generazione di lignite, aumentata del 7% per un totale di 109 TWh su 302 TWh di generazione fossile, e il carbon fossile salito del 20% (60 TWh). E c’è già chi inizia a ipotizzare che, vista la crisi energetica in atto, alla fine Berlino potrebbe anche indietro.