I comitati di quartiere, ben sette, sono sul piede di guerra. Non ne vogliono sapere di vedere sotto i loro occhi quei tendoni destinati a dare accoglienza ai senzatetto in vista del Giubileo: «La nostra battaglia di decoro e dignità è solo all’inizio». I toni sono bellicosi: la soluzione delle «strutture temporanee» - ma a Roma non c’è niente di più definitivo del provvisorio, come si suol dire- è bollata come «inutile e dispendiosa». Oltre che lesiva, visto l’Anno Santo, dell’immagine della Capitale, che sarà visitata da milioni di pellegrini diretti in Vaticano e la stazione Termini, per dirne una, è una sorta di porta di accesso sulla Città eterna.
SOLUZIONE
Eppure è proprio questa la soluzione individuata dal Campidoglio per gli «eventi giubilari»: l’installazione di quattro tensostrutture - da una settantina di posti letto ciascuna- «destinate all’accoglienza delle persone senza fissa dimora». Lo scorso 22 maggio, ricorda il quotidiano romano Il Tempo, il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, in occasione dell’istituzione del tavolo permanente operativo degli appuntamenti per il Giubileo, ha ufficializzato l’intenzione di realizzare i tendoni «nelle adiacenze delle principali stazioni ferroviarie della città». Ovvero, tanto per cominciare, in piazza dei Cinquecento (stazione Termini); stazione Tiburtina e stazione Ostiense. Ma nella lista potrebbero finire anche gli scali di Roma Trastevere e Roma Tuscolana. E qui si torna alla protesta dei comitati dei primi quartieri interessati dai tendoni.
Pronti- metaforicamente- alle barricate sono i cittadini di Rione Castro Pretorio, Rinascita Esquilino, Parco delle Finanze Castro Pretorio, Castro Pretorio e Esquilino insieme per rinascere, Sei dell’Esquilino, Rione XV Esquilino e Comunità urbana Esquilino. In una nota diffusa sui social prima hanno denunciato «il ritardo con cui è stato approciato» il problema dei clochard che gravitano intorno agli scali ferroviari della Capitale. Poi hanno attaccato nel merito la mossa del Campidoglio di «imporre» - e il pensiero va subito alla stazione Termini, dove adesso già si contano 500mila transiti giornalieri e figurarsi cosa accadrà durante l’Anno Santo - la tensostruttura «a pochi passi dal museo delle Terme di Diocleziano e dalle Mura Serviane.
Chiediamo a gran voce, con urgenza di essere ricevuti dal sindaco». Anche perché con i numeri dei soli senzatetto che frequentano l’area della stazione Termini -168 censiti durante la prima “Notte della Solidarietà” del 31 marzo 2023 - i 70 letti di piazza dei Cinquecento servirebbero a ben poco. E poi c’è il fronte politico.
La Lega si schiera a favore dei cittadini. «Ci opporremo con forza a questo degrado politico e amministrativo», promette Fabrizio Santori, capogruppo del Carroccio in Campidoglio. La Lega denuncia lo stato di incuria in cui versa Roma, «trasformata in un unico grande accampamento di sbandati e senzatetto», una città «ridotta a Capitale del degrado, dell’illegalità e dell’insicurezza: questo il progetto offerto dal Pd al governo della Capitale con la scusa del Giubileo e del suo inutile, se non dannoso, commissario straordinario all’evento», ovvero il sindaco Gualtieri.
FONDI PNRR INUTILI
Con i quattro tendoni sparsi per la città, il territorio- proprio nell’anno del Giubileo sarebbe «in preda all’incuria», esposto «a violenza e illegalità, a gravi pericoli sul piano sanitario». Insomma, attacca Santori, vedrebbe la luce quel «modello urbano di favela diffusa tanto amato dalla sinistra». Alla faccia dei «milioni di euro piovuti su Roma» con il Pnrr.
Critiche a Gualtieri arrivano anche da Azione. «Ricordo al sindaco che si tratta di aree già di per sé critiche (le zone a ridosso degli scali ferroviari, ndr), con le conseguenze che tutti noi conosciamo bene. Per questo lo invito a rivedere da subito questa misura, che peraltro non salvaguarda la dignità delle persone. Rincorrere l’emergenza è sbagliato», osserva Flavia De Gregorio, capogruppo in Campidoglio del partito di Carlo Calenda.