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Monti al Meeting: "Vedo la fine della crisi, ma sono deluso dallo spread"

Il premier: "Un'intera generazione di giovani sta pagando troppo". Sulle riforme: "Pensavamo di ridurre i tassi d'interesse più rapidamente"

Giulio Bucchi
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La luce in fondo al tunnel si vede e la fine della crisi potrebbe non essere così lontana. Mario Monti torna al meeting di Comunione e Liberazione dopo 8 anni, questa volta in veste di presidente del Consiglio, e sparge fiducia sulla possibilità che malgrado il momento sia uno dei "più difficili" che il nostro Paese si sia mai trovato ad affrontare, il peggio è alle spalle. Solo un cenno al tema caldissimo della giustizia, ribadendo che "sono in corso molti cambiamenti e il ministro Severino, in strettissima collaborazione col Parlamento, al quale toccano le decisioni finali, sta molto facendo per rendere la giustizia meglio funzionante". Quindi arriva la carezza alle forze della maggioranza, sostenendo che Pd, Pdl e Udc, compiono "un miracolo quotidiano" dimostrando senso di responsabilità e appoggiando il governo. Ma poi bacchetta la politica in generale e sottolinea che i partiti, almeno nell'ultimo giro, sono stati messi fuori dalla porta della Rai. E soprattutto imputa alle classi dirigenti che hanno governato il paese in passato di aver letteralmente gettato via un'intera generazione. "Generazione perduta" - Ma è il futuro dei giovani che Monti affronta di petto: "Siamo in una fase in cui c'è possibilità di avere molta speranza". Io, dice, "ho usato in una recente intervista una espressione che non so se pentirmi o no di aver usato. Ma non sono stato l'unico ad averla usata, quello di generazione perduta. Credo di non aver fatto altro che constatare con crudezza una realta 'che è sotto gli occhi di tutti: lo sperpero di un'intera generazione di persone, che oggi giovani non sono più così tanto, che hanno anche 40 anni, e che pagano le conseguenze della scarsa lungimiranza dei governi precedenti. Non ho in mente nessun governo in particolare - precisa Monti - ma lo sperpero di un'intera generazione è la conseguenza della gravissima scarsa lungimiranza di chi nel passato non ha onorato gli impegni con i giovani. Un'intera generazione sta pagando un conto salatissimo". "Quasi fuori dal tunnel" - La platea lo applaude giusto un paio di volte ma Monti non esita ad esaltare l'azione del prprio governo e la "riconquistata" fiducia dei partner Ue, "governare l'Italia non è scindibile da co-governare l'Europa", dice. L'Italia nell'ultima fase ha esercitato "una influenza che a priori non era facile esercitare" perché gli altri partner "ci vedevano con diffidenza, come un Paese che avrebbe potuto far precipitare la crisi dell'eurozona". Ma adesso, aggiunge, "guardiamoci in faccia con una misurata fiducia se non orgoglio. L'Italia è in grado di esercitare nel mondo un soft power, non quell'hard power delle imprese militari, ma uno soft, che fa leva sulle tradizionali caratteristiche degli italiani". "Io parlo quasi ogni giorno di crisi italiana e europea - continua - ma oggi vorrei chiedermi se siamo davvero in crisi. Un anno fa lo pensavamo meno di oggi, ma credo lo fossimo di più, perchè non era ancora avvenuto nel nostro pensare individuale e collettivo un balzo che in questo periodo ci ha fatto ragionare più approfonditamente sulla condizione dell'Italia e su cosa va fatto e può essere fatto". E oggi, rimarca, la fine della crisi è un momento che per certi versi vedo avvicinarsi". "Lo spread non ci premia" - Il premier ribadisce che le riforme che il governo ha varato non avranno effetto a breve su crescita e occupazione, ma non cela una certa delusione per il fatto che lo spread spesso non tenga conto degli sforzi dei governi: "Mai abbiamo pensato che le riforme fatte con intensità in questi mesi, lavoro, pensioni, spending review, liberalizzazioni, facessero partire immediatamente la crescita. Quello che invece speravamo è che l'insieme di queste riforme desse luogo ad una riduzione dei tassi di interesse più rapidamente di come sta avvenendo". Ma quando fra un po' di tempo "si guarderà al lavoro che il governo, con il Parlamento e la società italiana, ha fatto - ha affermato ancora Monti - si possano vedere non solo il fatto che il nostro Paese non sia scivolato a sud-est, per avvicinarsi a un altro grandissimo paese d'Europa oggi in difficoltà, ma anche perchè si stanno mettendo semi per rendere la società italiana più normale, più guardabile in faccia e più ispiratrice di fiducia". 

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