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La Polverini si dimette, la sinistra applaude. E gli indagati Errani e Vendola restano al loro posto

La governatrice del Lazio, non indagata, lascia e attacca: "Adesso gli smaschero io gli ipocriti". Chi sono? I democratici, che non dicono una parola sui loro imbarazzi

Giulio Bucchi
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  "Adesso li smaschero io". La governatrice del Lazio Renata Polverini dà le dimissioni, travolta dallo scandalo dei rimborsi spese dei consiglieri regionali. "La giunta è pulita, è il Consiglio ad essere indegno", sottolinea combattiva l'esponente del Pdl, che annuncia battaglia. Quelli da "smascherare" non sono solo Fiorito & Co., i "personaggi da operetta" del Pdl che le hanno fatto saltare la poltrona, ma pure i consiglieri di Pd e Idv e "le loro ipocrisie". "Volevano scaricare tutte le colpe  - attacca l'ex governatrice - su una giunta che ha lavorato bene, allora li mando a casa io". Li rimprovera di non aver rassegnato le dimissioni annunciate: "Potevano farlo oggi, ma non l'hanno fatto. Perché?". La poltrona di Penati - Già, perche? Forse perché Pd, Idv e sinistra in genere è molto lesta ad additare il reprobo, il responsabile, l'immorale, ma assai meno a invocare atti di moralità quando servirebbero nel prorio campo. In fondo le dimissioni della Polverini per uno scandalo che per ora non vede nessun indagato nella sua giunta e nemmeno in Consiglio (Franco Fiorito è semplicemente sospettato di peculato dai pm di Viterbo) è caso esemplare. Migliore anche di quello del governatore della Lombardia Robert Formigoni, indagato a Milano per corruzione. "Polverini, dimettiti!" gridavano i democratici come in tutti questi mesi hanno continuato a gridare "Formigoni, dimettiti!". Guarda caso, sono entrambi del Pdl. Non una parola sul democratico Filippo Penati, indagato per corruzione e concussione: mollata la poltrona di vicepresidente del Consiglio regionale, l'ex presidente della Provincia di Milano si è però ben guardato dal lasciare il Pirellone (e il conseguente stipendio da consigliere) e quando qualcuno come l'assessore all'Expo di Milano Boeri ha provato a incalzarlo è rimasta voce assai isolata.  Doppiopesismo - Penati, in fondo, è nulla rispetto a Vasco Errani e Nichi Vendola. Il governatore dell'Emilia Romagna rossa è nei guai per un'inchiesta sulle Coop: è accusato di aver "concesso" un milione di euro alla cooperativa Terremerse del fratello Giovanni: a fine luglio la Procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per il potentissimo governatore per falso ideologico. Mica noccioline, in ballo c'è tutta la questione delicatissima legata ai rapporti tra politica e coop. Eppure nessuno, nel Pd, si scandalizza. Stessa sorte per Nichi Vendola, indagato in Puglia per lo scandalo sulla sanità locale. Il leader di Sel e lady Asl Lea Cosentino sono stati accusati di "concorso in abuso di ufficio" per il concorso da primario di chirurgia toracica vinto dal professor Paolo Sardelli all'ospedale San Paolo di Bari. Vendola indagato eppure né Bersani né l'amico Tonino Di Pietro si sono sognati di chiedere la testa del compagno di lotta. Forse perché gli atti di moralità sono obbligatori ma solo dall'altra parte della barricata.  

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