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D'Alema non molla: una petizione nel Pd per farlo restare

Secondo Pubblico i militanti si starebbero mobilitando per concedere a Baffino una deroga: rincadidato anche se ha già fatto 7 legislature (il limite è 3...). I maligni: l'iniziativa l'ha decisa lui. E su L'Unità ci sono già 700 firme

Giulio Bucchi
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Una petizione per far restare Massimo D'Alema in Parlamento, manco fosse questione di vita o di morte. Secondo Pubblico di Luca Telese tra la base del Partito democratico ci sarebbe scompiglio per donare all'ex premier una "deroga" sul regolamento interno (in realtà già abbondantemente superato) che prevede un massimo di tre mandati. D'Alema in Parlamento ci sta da 7 magistrature per la bellezza di 30 anni (è in buona compagnia, da Rosy Bindi a Livia Turco fino ad Anna Finocchiaro), ma deve essere salvato. Anche se Pubblico, perfidamente, lascia intendere che l'iniziativa dei militanti sia ampiamente sostenuta e incoraggiata dallo stesso Baffino, che a casa proprio non ci vuole restare. Con buona pace del ricambio all'interno del Partito Democratico e dell'esigenza morale, in periodi di scandali e venti anti-Casta, di dare segnali di "non attaccamento" alle poltrone. Ed è di oggi la notizia di una pagina acquistata su L'Unità da parte di 700 militanti del Sud che vogliono il lìder Massimo ancora in corsa: "Per noi è un punto di riferimento". Gli avversari di D'Alema si rassegnino: per mandarlo a casa servirà una vittoria alle primarie del rottamatore Matteo Renzi. Forse.  

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